
Si procede, un passo dopo l’altro, verso un cambio di passo nelle condizioni meteo climatiche. E mentre gli addetti ai lavori osservano i modelli, riaffiora l’idea di quei tre passaggi – tre snodi delicati – che potrebbero riportare l’Inverno vero, quello che molti attendono quasi con nostalgia.
L’alta pressione che resiste, ma non troppo
Da giorni l’Alta Pressione domina il Mediterraneo centrale. Regala cieli sereni, temperature miti, nebbie ostinate in pianura e quel freddo pungente che cala solo di notte. Nulla di nuovo, insomma. Una presenza stabile, che dovrebbe accompagnarci per l’intera settimana, anche se qualche scricchiolio – appena percettibile – potrebbe affiorare nel weekend. Segnali, più che altro, di un equilibrio che non può durare per sempre.
Il ritorno del maltempo tra metà mese e la terza decade
Poi arriva lo step più atteso. Forse il più importante. Tra la metà di Dicembre e la soglia dell’ultima decade, i modelli tornano a fiutare un cambiamento netto: il ritorno del maltempo, inizialmente di matrice atlantica. Piogge, vento, nuvole pesanti. Ma non è tutto. Perché quel peggioramento potrebbe trasformarsi, con una certa rapidità, in qualcosa di diverso, più caldo in quota, più umido: una pulsazione afro-mediterranea capace di ribaltare la mappa delle precipitazioni.
Un’area depressionaria secondaria potrebbe scavarsi lo spazio necessario per un deterioramento severo su varie regioni d’Italia. Dove esattamente? Difficile dirlo ora. Finché la posizione del vortice non sarà definita al millimetro, la previsione rimarrà in bilico – e potrebbero arrivare sorprese tanto nella distribuzione quanto nell’intensità delle precipitazioni. È il genere di situazione in cui ogni run modellistico conta.
Il Vortice Polare e lo spettro di una nuova crisi
Ma è il terzo passaggio, quello profondo, a incuriosire di più. Basta evocare il Vortice Polare, protagonista silenzioso di ogni inverno, per capire quanto la partita sia ancora tutta aperta. Le ultime elaborazioni modellistiche suggeriscono un’altra crisi imminente. Non una semplice indebolimento, no: qualcosa di più radicale. Una destrutturazione talmente marcata da poterlo dividere in due lobi distinti. Una scissione vera e propria.
E là, dall’altra parte dell’Atlantico, negli USA, si parla già di un possibile Natale gelido e nevoso. Le probabilità? Superano il 50 per cento e in alcuni scenari raggiungono addirittura il 60. Non sorprende: quelle latitudini rispondono più rapidamente a un Vortice Polare in affanno.
In Europa, invece, la musica è diversa. Le irruzioni fredde restano più probabili sulle aree settentrionali e orientali, che da sempre intercettano per prime gli affondi artici. Eppure, qualora la destrutturazione del Vortice Polare dovesse essere totale, anche il resto del continente potrebbe finire coinvolto in dinamiche invernali ben più dure.
Natale più freddo? Le probabilità crescono
Che arrivi tutto proprio sull’Italia non è scritto. Ma se lo scenario troverà conferme, le possibilità di un Natale freddo – più freddo del normale – salirebbero con decisione. E gli effetti potrebbero trascinarsi verso Capodanno e forse anche nella prima decade di Gennaio.
In fondo, diciamolo: da anni non si vedeva una combinazione così promettente. E più scorrono i giorni, più cresce la sensazione che l’Inverno, quello autentico, possa davvero riprendersi la scena.
Crediti:
Dati e riferimenti modellistici da ECMWF e NOAA.
L’articolo Festività natalizie con un INVERNO più marcato: altre conferme rafforzano l’ipotesi proviene da DIRETTA METEO.