
Di mezzi aggettivi, stavolta, non ce ne sono. Anticiclone Monster è l’espressione che rende meglio l’idea: sull’Italia si è insediata una vasta area di alta pressione, estremamente robusta, che sta ridisegnando il meteo di questi giorni e lo farà ancora per parecchio.
Non si tratta del solito anticiclone che ogni tanto si piazza sul Mediterraneo. Qui parliamo di una figura davvero ingombrante, capace di schiacciare le perturbazioni ai margini dell’Europa e di imporre tempo stabile e asciutto su quasi tutto il territorio nazionale. Piogge e nevicate, semplicemente, spariscono dal radar. Il sole, invece, si prende la scena su gran parte delle regioni italiane.
L’anomalia non è tanto avere alta pressione – quella c’è sempre stata, da secoli, nei nostri inverni. L’anomalia è averla con questa potenza e, soprattutto, in questo momento dell’anno, proprio mentre il calendario ci porterebbe verso il cuore della stagione invernale sul Mediterraneo.
Inverni teorici e realtà sul campo
Statisticamente, a Dicembre sarebbe molto più logico parlare di correnti fredde, nevicate sul Nord Italia, giornate rigide, gelate mattutine. Insomma, il classico quadro invernale che abbiamo imparato a conoscere. Invece, l’atmosfera sta prendendo una deriva decisamente fuori stagione, con caratteristiche che ricordano più la tarda Primavera che l’inizio dell’Inverno.
Non è un fenomeno mai visto prima, questo va detto. Anche in passato si sono avuti anticicloni invadenti e lunghi periodi di stabilità. La differenza, però, sta nei numeri: non si sono quasi mai osservate temperature così elevate, su così vasta scala, in questo periodo dell’anno. E, dettaglio non banale, non si è quasi mai vista una persistenza così lunga come quella che ci apprestiamo a vivere.
Per i prossimi 10 giorni, secondo il modello GFS del NOAA, le precipitazioni saranno pressoché assenti ovunque: niente piogge degne di nota, niente neve sulle Alpi o sugli Appennini. Un vuoto pluviometrico esteso, che inizia a diventare preoccupante non solo per chi ama l’inverno “vero”, ma anche per chi guarda alle riserve idriche.
Lunga fase stabile sull’intera penisola
Ci aspetta quindi una fase piuttosto lunga dominata dal tempo stabile e in buona parte soleggiato. La pressione atmosferica si manterrà elevata da Nord a Sud, con le perturbazioni confinate lontano dall’Italia. Giornate serene, cieli spesso tersi o poco nuvolosi e un clima mediamente più mite della norma: lo schema, in sostanza, sarà questo.
Curiosamente, il dato più eccezionale non sarà tanto la temperatura nei bassi strati – che pure sarà alta – quanto quella in quota. Le masse d’aria che scorrono sopra le nostre teste avranno caratteristiche tipiche della tarda Primavera, e non del cuore di Dicembre.
In Sicilia e Sardegna, così come su molte zone della Calabria e della Puglia, si toccheranno valori degni di un altro mese: con cieli limpidi e pochi disturbi nuvolosi, le massime potranno spingersi fino a 20-21°C, temperature che normalmente associamo a Marzo, non certo all’Immacolata e alle settimane successive.
Il Centro Italia seguirà a ruota. L’aumento termico si farà sentire progressivamente, in particolare lungo l’Appennino e sulle coste adriatiche, dove il sole sarà spesso protagonista. Qualche velatura o disturbo locale potrà presentarsi, ma senza cambiare davvero la sostanza di questo quadro così statico.
Un’Italia divisa in due al Nord
Scenario molto simile anche al Nord, ma con una sfumatura che farà la differenza. Le regioni alpine si troveranno sotto cieli ampiamente sereni, con un clima eccezionalmente mite in montagna: giornate ideali per chi ama la quota, con paesaggi limpidi e aria quasi primaverile.
Tutt’altra storia, invece, in Pianura Padana. Qui l’alta pressione, come spesso accade, diventa sinonimo di nebbie persistenti, foschie dense e un tappeto di nubi basse che tende a non dissolversi facilmente. La visibilità sarà spesso ridotta, l’atmosfera più uggiosa, le temperature al suolo meno eclatanti rispetto al resto d’Italia.
Paradossalmente, proprio la Pianura Padana sarà l’unica zona dove si avrà una parvenza d’Inverno. Ma si tratta, diciamolo, di un freddo “fittizio”: un microclima locale generato dall’inversione termica, non da vere correnti fredde in arrivo. Le condizioni meteo climatiche reali le dettano infatti le grandi figure bariche, non la sensazione di freddo percepita camminando nella nebbia sotto casa.
Zero termico da pieno Giugno
Il segnale più clamoroso arriva dalle quote in montagna. Il livello dello zero termico – la quota alla quale la temperatura dell’aria si attesta sui 0°C – si porterà su valori decisamente eccezionali per Dicembre. Valori che, in molti casi, sono più consoni a un mese come Giugno che non al cuore dell’Inverno.
Questo significa che eventuali deboli passaggi nuvolosi non avrebbero comunque la possibilità di portare neve in modo convincente, se non a quote molto elevate. La colonna d’aria, semplicemente, è troppo mite. E gli accumuli nevosi già presenti rischiano di soffrirne, specie sui versanti più esposti al sole.
In altre parole: abbiamo un’Italia ufficialmente in pieno Inverno, ma con un’atmosfera che, nei numeri e nei fatti, guarda già alla bella stagione.
Credit e fonti dei dati
L’articolo è stato redatto analizzando attentamente i run dei principali modelli meteorologici e rielaborato dall’autore sulla base di: ECMWF, Global Forecast System del NOAA, ICON, AROME, ARPEGE.
Fonti internazionali di riferimento:
ECMWF – NOAA – DWD ICON – Météo-France AROME – Météo-France ARPEGE
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