
Autunno ce lo siamo appena lasciato alle spalle con una sensazione strana addosso. Sulla carta è stato “normale”, nei fatti tutt’altro che banale. Se non fosse intervenuto il Vortice Polare, indebolito come più volte segnalato nelle ultime settimane, probabilmente parleremmo dell’ennesima stagione avara di piogge, secca, quasi anestetizzata. Invece no: l’Autunno ha tirato fuori carattere, mostrando fasi molto instabili, fronti perturbati, passaggi rapidi ma incisivi.
L’Alta Pressione ha provato più volte a imporsi, riuscendoci solo a tratti. Ne hanno beneficiato le precipitazioni ma anche le temperature, finalmente più coerenti con il periodo. La chiusura di stagione ha persino alzato il tiro: è arrivato il freddo artico, quello capace di catapultarci – quasi dall’oggi al domani – nel cuore dell’Inverno, con un’atmosfera che sapeva già di gennaio.
E lì, inevitabilmente, ci siamo illusi. Abbiamo pensato che Dicembre potesse esordire sulla stessa linea, proseguendo su dinamiche invernali più decise. In pochi, fino a pochissimi giorni fa, avrebbero scommesso sul ritorno dell’Anticiclone Subtropicale. Eppure eccoci qui, costretti a cambiare rapidamente prospettiva: la circolazione atmosferica si sta riorganizzando, di nuovo, e con lei le anomalie termiche, pronte a ribaltarsi nel giro di pochissimo.
Le proiezioni indicano che questo “colpo di mano” anticiclonico dovrebbe durare non più di 3–4 giorni. Una buona notizia, certo. Ma non cambia un fatto: le temperature previste nella prima parte della prossima settimana saranno tutto fuorché normali per Dicembre, con anomalie positive marcate dopo i valori sotto media dell’ondata di freddo artico. In altre parole, passeremo dalle anomalie termiche negative all’eccesso opposto, in un lampo.
È questo, più di tutto, a lasciare perplessi: la facilità con cui si salta da uno scenario pienamente invernale a un quadro quasi primaverile. Diciamolo, viviamo ormai nell’era del “tutto o niente”. Nessuna via di mezzo, solo estremi: eccessi termici, eccessi pluviometrici, poi periodi improvvisamente asciutti, di nuovo freddo intenso, poi di nuovo mitezza fuori stagione. Un’altalena continua.
Inverno, la stagione più contraddittoria
L’Inverno sta diventando – anzi, lo è già – la stagione più contraddittoria dell’anno. In Estate una certa continuità anticiclonica è fisiologica, ce lo aspettiamo. Ma in Inverno no: qualche intervallo di bel tempo ci sta, è normale, ma non dovrebbe trasformarsi in parentesi miti e anomale prolungate, tanto meno con valori termici da fine Marzo.
Sta cambiando il modo in cui viviamo le stagioni, e tocca prenderne atto. Bisogna adattarsi a questa nuova normalità fatta di sbalzi bruschi, di finestre fredde anche intense alternate a lunghe fasi dominate dall’Alta Pressione. E nel frattempo resta una domanda di fondo: le premesse stagionali, quelle tracciate dai modelli a lunga scadenza, verranno rispettate o no?
Le simulazioni climatiche – supportate anche dagli scenari elaborati da centri come ECMWF e NOAA – continuano a indicare un Inverno potenzialmente dinamico, soprattutto nella seconda parte. Premesse e, in un certo senso, promesse. Che andranno verificate sul campo, per evitare le solite, cocenti delusioni di chi attende freddo e neve “come una volta”.
Freddo e neve, la grande domanda di dicembre
Arriviamo quindi al nodo che tutti si pongono: freddo e neve, quando torneranno davvero? In questo momento ipotizzare un ritorno in grande stile dell’Inverno nel brevissimo periodo è complicato. Siamo nel pieno della fase anticiclonica, con l’Inverno che sembra quasi prendersi una pausa di riflessione, osservando da bordo campo.
Per provare a rispondere, più che fare previsioni puntuali, conviene tracciare una tendenza. E questa tendenza parte dai cosiddetti pattern climatici stagionali: elementi come La Niña e la QBO negativa (l’Oscillazione Quasi Biennale dei venti in stratosfera) che restano tuttora in campo e continuano a modulare la circolazione atmosferica a scala emisferica. In soldoni: il disegno di fondo non sta cambiando.
Se lo scenario di base resta quello, è lecito ipotizzare nuovi indebolimenti del Vortice Polare già nel corso di Dicembre. Non si tratta di fantasia, ma di una possibilità concreta che i modelli intravedono a più riprese. E quando il Vortice Polare si indebolisce, gli equilibri cambiano: gli scambi di masse d’aria tra nord e sud, i cosiddetti scambi meridiani, diventano più probabili e più profondi.
Seconda metà di dicembre: scenario più interessante
Ed eccoci al punto: l’idea che l’Inverno possa riprendersi da metà Dicembre in poi non è affatto campata in aria. Anzi, resta un’ipotesi pienamente valida. Il quadro meteo climatico potrebbe iniziare a cambiare già nel corso della prossima settimana, con il ritorno dell’Atlantico: più nubi, più perturbazioni, un tempo nuovamente “cattivo” dopo la parentesi anticiclonica.
In un secondo momento, se il disegno emisferico dovesse piegarsi nella direzione giusta, potrebbe entrare in scena di nuovo l’Artico. Prima un rientro di correnti umide e fresche atlantiche, poi una graduale virata verso masse d’aria più fredde, potenzialmente di origine artica o continentalizzata. Il tutto, come sempre, da valutare passo dopo passo, senza forzare la mano.
Il periodo natalizio, a oggi, resta uno snodo delicato e interessante. Le probabilità che l’Artico riesca a spingersi verso l’Europa – Mediterraneo compreso – sono tutt’altro che trascurabili. Se gli scambi meridiani dovessero affondare con decisione verso il cuore del continente, il freddo avrebbe strada più facile per raggiungere anche le nostre latitudini.
L’intensità e la durata di un eventuale episodio freddo nel cuore delle festività natalizie andranno misurate a tempo debito. Ma lo scenario di freddo e neve a ridosso di Natale non è fantameteo: rientra nelle possibilità di questa configurazione stagionale, che alterna fasi di stallo anticiclonico a improvvisi colpi di scena invernali.
Neve in montagna, ma attenzione alle basse quote
Se le cose dovessero andare in questa direzione, i primi a beneficiarne sarebbero, com’è giusto, i rilievi. Le nostre montagne potrebbero finalmente vedere neve più diffusa e strutturata, un segnale importante per la stagione turistica ma anche per le riserve idriche. La speranza è che gli episodi non si limitino a una sfiammata isolata, ma si inseriscano in un contesto più organico di Inverno “vero”.
Non è escluso, però, che le sorprese possano scendere anche più in basso. Le colline potrebbero imbiancarsi in alcune fasi e, chissà, magari qualche città di pianura potrebbe assistere a una o più nevicate coreografiche, se non proprio significative. Molto dipenderà dal mix tra freddo nei bassi strati e tempistiche delle perturbazioni: un incastro spesso millimetrico, che fa la differenza tra pioggia fredda e neve al suolo.
In ogni caso, un aspetto sembra emergere con una certa chiarezza: l’Alta Pressione, almeno in questa prima parte di stagione, potrebbe interpretare più il ruolo di comparsa che di protagonista assoluta. Non mancheranno momenti miti e stabili – come quello in arrivo – ma avranno vita meno facile rispetto a quanto successo in altri Inverni recenti, quasi svuotati di contenuti.
Insomma, l’Inverno non ha più mezze misure. O è pieno anticiclone con temperature in eccesso, oppure è freddo deciso, spesso accompagnato da fenomeni intensi. La sfida, ora, è capire da quale lato penderà la bilancia nella seconda metà di Dicembre. Il resto lo dirà l’atmosfera, come sempre, a suo modo brusco e imprevedibile.
L’articolo Inverno senza mezzi termini: tra Anticiclone dominante e gelo improvviso proviene da DIRETTA METEO.