
Capita spesso, diciamolo, di confondere ciò che si può prevedere con ciò che si può soltanto intuire. E l’Inverno, ogni anno, torna a ricordarcelo. Previsione e proiezione non sono la stessa cosa, anche se nella percezione comune finiscono per sovrapporsi creando aspettative che nessun meteorologo potrebbe soddisfare davvero.
Una distinzione che sfugge
Succede perché ci si aspetta troppo. O forse perché si immagina che la scienza dell’atmosfera sia una macchina perfetta, capace di raccontarci già oggi il meteo di Marzo. La verità è più sfumata: le proiezioni stagionali indicano tendenze, non scenari dettagliati. Le previsioni, invece, operano su scale temporali molto più brevi, dove i modelli hanno una precisione decisamente superiore. Due mondi diversi, insomma, che richiedono letture diverse.
Il ruolo delle aspettative personali
Poi ci si mettono i gusti individuali, inevitabili e spesso contrastanti. Chi sogna un Inverno freddo, magari nevoso. Chi invece desidera solo cieli limpidi. C’è anche chi spera nella pioggia o nei temporali, per ragioni sue. Da qui nascono gli equivoci: se si legge che la stagione sarà fredda, qualcuno immagina tre mesi di gelo continuo; se si parla di un Inverno mite, altri concludono che il freddo non arriverà mai.
Eppure la meteorologia non funziona così. Una proiezione parla di condizioni medie e, attorno a quelle medie, ci sono sempre oscillazioni, deviazioni, sorprese. In effetti succede ogni anno, ma tendiamo a dimenticarlo.
L’Italia e le sue mille variabili
Basta guardare la nostra Italia, lunga, articolata, circondata dal mare, modellata da montagne, vallate e pianure. Anche in un Inverno mite e dominato dall’anticiclone può capitare un’irruzione fredda degna di nota, magari rapida ma incisiva. La complessità del territorio amplifica gli effetti della circolazione atmosferica: un dettaglio che le proiezioni non possono cogliere, mentre le previsioni sì, ma solo quando il periodo si restringe e i modelli iniziano a delineare scenari più solidi.
Tra tendenze e certezze possibili
Perché è qui che sta il punto: le proiezioni servono a farsi un’idea, non a stabilire con precisione cosa accadrà. Richiedono pazienza e monitoraggio continuo, proprio perché la stagione evolve, cambia, si ricalibra. Solo quando il range temporale lo consente le tendenze diventano previsioni, cioè informazioni affidabili, verificabili, utili.
E allora, prevedere l’Inverno in anticipo? No, almeno non nel senso stretto del termine. Possiamo però comprenderne la possibile traiettoria, intravedere linee generali, intuire scenari probabili. È meno di ciò che vorremmo, forse, ma è quanto la scienza oggi può offrire. Ed è già molto, se impariamo a leggerlo per ciò che è.
Crediti:
Dati e metodologie ispirati al lavoro degli enti internazionali
ECMWF, NOAA
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