FREDDO e NEVE secondo il modello GFS: quando potrebbe cambiare il tempo

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FREDDO e NEVE secondo il modello GFS: quando potrebbe cambiare il tempo

Da giorni la scena è sempre la stessa: cieli in gran parte sereni, clima piuttosto mite per la stagione, piogge quasi assenti sull’Italia. L’impressione, per chi guarda fuori dalla finestra, è di un inverno che fa finta di niente. In realtà, dietro questa apparente calma, c’è un pattern atmosferico molto definito.

Sul Bacino del Mediterraneo domina infatti un robusto campo di alta pressione, stabile e insistente, che si comporta come un macigno piazzato al centro delle correnti. Il risultato è una sorta di “tappo” che blocca le perturbazioni atlantiche lontano dal nostro Paese, mantiene le nuvole a distanza e favorisce temperature decisamente miti, soprattutto alle quote più elevate rispetto al suolo.

Nelle aree urbane, però, la storia è un po’ diversa. L’aria ristagna, la ventilazione è scarsa, gli inquinanti si accumulano negli strati più bassi dell’atmosfera e la qualità dell’aria peggiora giorno dopo giorno. È il classico rovescio della medaglia delle lunghe fasi anticicloniche invernali: bel tempo in apparenza, ma cielo “sporco” e poca ossigenazione delle città.

 

Un copione già visto molte volte

Nulla di totalmente inedito, diciamolo. Quando un anticiclone così strutturato riesce a insediarsi con decisione sull’Europa centro-meridionale, è relativamente facile individuarne l’arrivo e il consolidamento nelle mappe dei modelli numerici. Molto meno semplice è capire quando e come mollerà la presa.

Gli esperti, in questa fase, passano al setaccio i diversi run dei modelli come ECMWF, Global Forecast System del NOAA, ICON o ARPEGE, cercando quei piccoli segnali che possono indicare un cambio di passo. Ma quando non c’è ancora una data chiara, si può solo parlare di scenari probabili, non di certezze. E questo, per chi attende freddo e neve, può risultare un po’ frustrante.

Insomma, le ipotesi non mancano, ma i contorni restano sfumati. Si intravedono spiragli, non sentenze.

 

Un primo timido cambiamento a metà mese

Tra martedì 16 e mercoledì 17 i modelli cominciano a suggerire un piccolo scossone alla monotonia anticiclonica. La possibile discesa di un profondo ciclone verso la parte occidentale del Mediterraneo potrebbe infatti richiamare aria più umida e instabile verso il Sud Italia.

Al momento, la posizione del minimo di pressione rimane piuttosto lontana dalla nostra Penisola. Questo significa che l’eventuale peggioramento risulterebbe concentrato soprattutto su Sicilia e Sardegna, con piogge e qualche temporale possibile, ma in un contesto ancora termicamente mite. Niente irruzioni fredde, niente crolli termici improvvisi: instabilità sì, ma non ancora vera atmosfera invernale.

Si tratterebbe, più che altro, di un primo segnale che il pattern europeo sta provando a cambiare leggermente assetto. Un piccolo assaggio di dinamicità dopo tanti giorni di calma piatta.

 

Il possibile cedimento dell’alta pressione dopo il 20

Molto più interessante, almeno sulla carta, è l’ipotesi che prende forma attorno al 20 dicembre. Alcuni run del modello GFS, insieme ad altre proiezioni, iniziano a fiutare un graduale cedimento del campo anticiclonico sull’Italia, con la possibilità che una perturbazione riesca finalmente a farsi strada sul nostro Paese.

Qui, però, è bene essere chiari: parlare ora di quantità di pioggia, distribuzione dei fenomeni o quota neve sarebbe poco serio. Mancano ancora parecchi giorni e i dettagli sono destinati a cambiare più volte. Quello che si intravede è un “pertugio” nel muro anticiclonico, un’apertura che permetterebbe a masse d’aria più fredde, in discesa dalla Russia verso la Scandinavia, di estendersi progressivamente verso l’Europa occidentale.

Uno scenario, questo, che potrebbe riportare un clima più in linea con l’inverno anche sull’Italia, con un calo delle temperature e il ritorno di piogge e neve a quote via via più interessanti. Ma, al momento, resta una possibilità, non una linea di tendenza consolidata.

In effetti lo stesso GFS ci sta dicendo: c’è una strada, ma è stretta e tutta da confermare run dopo run. Per questo l’evoluzione tra il 20 e il 22 dicembre va considerata come un’eventualità da seguire con attenzione, non come un appuntamento già fissato con il freddo.

 

Uno scenario ancora in bilico

Il quadro complessivo, dunque, resta sospeso tra l’ostinazione dell’alta pressione e i primi segnali di un possibile cambio di marcia invernale. Da una parte l’anticiclone che continua a proteggere gran parte dell’Europa meridionale, dall’altra il freddo che preme più a nord e a est, pronto forse a spostare il baricentro verso ovest se le condizioni lo permetteranno.

La domanda è inevitabile: torneranno davvero freddo e neve in Italia entro fine mese? Ad oggi la risposta più onesta è una sola: c’è una concreta possibilità, ma non abbiamo ancora gli elementi per definire modalità e tempi con precisione.

Gli aggiornamenti dei prossimi giorni saranno fondamentali per capire se lo spiraglio individuato dai modelli si allargherà fino a trasformarsi in un vero cambio di pattern, o se resterà solo una parentesi teorica nelle mappe.

 

Crediti e fonti modellistiche

L’articolo è stato elaborato analizzando attentamente diversi run dei principali modelli meteorologici globali e ad area limitata, in particolare:
ECMWF, Global Forecast System del NOAA, ICON, AROME e ARPEGE.

 

L’articolo FREDDO e NEVE secondo il modello GFS: quando potrebbe cambiare il tempo proviene da DIRETTA METEO.