NEVE, via alla “caccia”: ecco le indicazioni più attese verso Natale

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NEVE, via alla “caccia”: ecco le indicazioni più attese verso Natale

Diciamolo subito, tanto per mettere i piedi per terra: la neve, a Natale, resta l’eccezione. Non la regola. E attenzione, perché “eccezione” non significa affatto “eccezionale”. Può capitare, certo, e quando succede regala quell’atmosfera un po’ cinematografica che tutti ricordiamo. Ma dipende da dove cade, come cade e soprattutto perché cade.

In montagna la storia cambia del tutto. Oltre certe quote la neve fa semplicemente il suo mestiere, senza bisogno di stupire nessuno. La natura segue il suo ritmo, e lì in alto quel bianco che attutisce i rumori arriva spesso senza troppi preavvisi − e quasi senza far notizia. Più in basso, invece, la faccenda si complica. Serve una combinazione precisa, quasi una formula, affinché i fiocchi scendano fin sotto un certo limite altitudinale.

Già sulle colline occorre che arrivi aria davvero fredda dal Circolo Polare Artico. Una condizione minima, ma non sufficiente. L’irruzione, infatti, dovrebbe accompagnarsi a un peggioramento deciso, capace di innescare precipitazioni abbondanti e continue. Altrimenti niente magia.

E poi ci sono le pianure. Lì, ogni volta, è una piccola sfida. La Val Padana rappresenta un’eccezione affascinante: grazie alla sua orografia chiusa, basta la formazione di un cuscino d’aria fredda e l’arrivo di una perturbazione anche atlantica per vedere i primi fiocchi attecchire. Un equilibrio delicatissimo, quasi una coreografia invisibile.

Completamente diverso è il discorso per le pianure e le coste del Centro Sud, comprese le Isole maggiori. Perché in quelle zone serve il gelo continentale, quello vero, proveniente da est. Una dinamica che riporta alla memoria il 2012 − vi ricordate? − quando un’irruzione da manuale trasformò un evento raro in qualcosa che sì, potevamo definire davvero eccezionale.

Oggi, però, non sembrano esserci i presupposti per uno scenario simile. Né per un’irruzione artica degna di nota, a dirla tutta. L’Alta Pressione che domina la scena rende complicato immaginare ribaltoni improvvisi, anche se l’Inverno ama sorprendere e spesso lo fa senza bussare. Basta poco per cambiare rotta.

E il Vortice Polare? È qui che la storia si fa interessante. Perché se davvero dovesse cedere – come diversi segnali lasciano intendere – la circolazione atmosferica dell’emisfero potrebbe cambiare in modo brusco. I modelli faticano a interpretare questi momenti di instabilità strutturale e, quando succede, le sorprese non mancano. Insomma, meglio non sottovalutare nulla.

La strada che ci porta a Natale somiglia a un sentiero di montagna dopo la pioggia: scivoloso, imprevedibile, con curve improvvise. Potremmo ritrovarci sotto un cielo immobile, dominato dall’Alta Pressione, oppure nel pieno di un’ondata di freddo. Due scenari opposti, senza vie di mezzo. E mai come stavolta la partita resta apertissima.

 

Crediti:
Dati e riferimenti da ECMWF (https://www.ecmwf.int), NOAA (https://www.noaa.gov).

 

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