
Un inverno che sembra voler sorprendere
Diciamolo: la domanda serpeggia da settimane. Quando potremmo vedere le prime nevicate in pianura?
La stagione deve ancora ingranare, è vero, eppure alcuni segnali – quelli che gli esperti chiamano indici climatici – stanno lanciando messaggi tutt’altro che banali.
Fra tutti spicca La Niña, tornata protagonista secondo i dati pubblicati dalla NOAA. E non è un dettaglio da poco: gli inverni caratterizzati da questo evento tendono a mostrarsi più freddi sulla Europa, un po’ meno sull’Italia e sul Nord America. Un quadro che non garantisce nulla, ma che certo predispone.
Il vortice polare, quel gigante incerto
A complicare e, allo stesso tempo, rendere più intrigante la situazione, c’è il Vortice Polare, attualmente piuttosto debole.
Ora, è normale che nel corso dell’inverno questo enorme ingranaggio atmosferico si rafforzi e si indebolisca a fasi alterne. Ma la sua nascita precoce – fine Agosto – e le successive crisi lampo hanno favorito marcate ondulazioni del Jet Stream, quelle curve che piegano i flussi d’aria e rimescolano le carte del tempo.
Ne derivano discese di aria fredda e, parallelamente, risalite di aria calda che risultano spesso più appariscenti. Perché? Semplice: il Riscaldamento Globale amplifica proprio il lato caldo della bilancia. Insomma, lo avvertiamo di più.
Eppure le irruzioni fredde continuano a farsi sentire. Alla fine di Novembre, per esempio, un afflusso artico ha portato nevicate in Sardegna fin sotto i 500 metri; in alcune località interne i fiocchi hanno imbiancato il terreno già attorno ai 300 metri. Episodi brevi, certo, ma eloquenti.
Nord America: il laboratorio naturale del freddo
Spostandoci sull’altra sponda dell’Atlantico, la storia si fa ancora più evidente. In Nord America l’orografia aiuta: l’aria gelida scende dal Canada innevato e scivola senza ostacoli verso gli Stati Uniti, arrivando fin quasi al Golfo del Messico.
A metà Novembre, un’ondata artica ha fatto precipitare le temperature da 25°C a 0°C in pochi giorni. Un tracollo impressionante che dimostra – una volta di più – quanto conti il ruolo del Vortice Polare.
Europa: quando la sinottica decide tutto
E in Europa? Qui le ondate di freddo dipendono soprattutto dalla provenienza delle masse d’aria. Una corrente artica che passa dalla Scandinavia risulta molto più fredda di una che transita sull’Atlantico. E può produrre, come noto, episodi sorprendenti: a fine Gennaio 1999 la neve cadde persino su Palermo.
Ma attenzione: siamo appena agli inizi dell’inverno. Pretendere eventi epocali prima dell’Immacolata sarebbe più un desiderio che una previsione.
Lo Stratwarming, il grande regista invisibile
Tra i fenomeni più affascinanti – e imprevedibili – c’è il Riscaldamento della Stratosfera, o Stratwarming.
Quando si manifesta in forma blanda non altera la troposfera, quindi niente venti siberiani. Ma se raggiunge forte intensità può stravolgere le correnti generali e spingere aria gelida dalla Siberia fin nel cuore dell’Europa.
È successo più volte: 2012, 2017, 2018… annate in cui il gelo ha bussato forte.
Quest’anno? Le condizioni potrebbero essere ideali, ma al momento – almeno per i prossimi 15 giorni – non si intravede alcuno Stratwarming di rilievo nei modelli ECMWF e NOAA.
Ondate di freddo siberiano: possono arrivare comunque
Non serve però necessariamente uno Stratwarming per avere irruzioni da est. Settembre lo ha dimostrato in modo clamoroso: sia nel 2024 sia alla fine di Settembre 2025, correnti siberiane hanno portato un raffreddamento notevole sui Balcani e poi sull’Italia, con temperature fino a 15°C sotto la norma e perfino nevicate in pianura. A settembre. Surreale, ma documentato.
Il motivo? La sinottica. Quell’incastro di alte e basse pressioni che decide la direzione dei flussi. E quando questi flussi arrivano da est nord-est, partendo da una Siberia che da fine Dicembre può scendere sotto i -20°C, allora sì: l’aria fredda riesce a spingersi anche verso di noi.
Neve in pianura: possibilità concreta, certezza no
Tutto questo mix – La Niña, Vortice Polare fragile, Jet Stream ondulato, possibili irruzioni fredde continentali – crea un contesto favorevole alla neve in pianura, soprattutto al Nord.
Non domani, certo. Ma nelle prossime settimane? Possibile.
Statisticamente il periodo migliore resta il dopo Natale, ma nulla vieta che Dicembre regali sorprese.
Non si tratta di una previsione meteo. Siamo nel campo della climatologia. Per parlare di vere tendenze dobbiamo attendere che i modelli matematici ci mostrino qualcosa di concreto… cosa che, ad oggi, ancora non accade.
Credit
Dati e analisi di NOAA — Centro meteorologico e climatico statunitense
Proiezioni e modelli di ECMWF — Centro europeo per le previsioni meteorologiche
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