
Alla vigilia dell’Immacolata, l’atmosfera sopra l’Italia sembra voler cambiare passo. Dopo giornate irregolari – un po’ instabili, un po’ ballerine nelle temperature – ecco affacciarsi una fase decisamente diversa, più morbida, più stabile. Quasi dissonante rispetto al calendario.
Arrivano segnali chiari dalle ultime elaborazioni modellistiche: l’anticiclone africano torna a distendersi sul Mediterraneo come una coperta calda, riportando sole diffuso, termiche sopra la media e una pausa piuttosto lunga dalle precipitazioni. Una parentesi che, a dicembre, non è esattamente scontata.
Perché torna il caldo?
Si sta formando un assetto barico eloquente, con l’Europa meridionale pronta ad accogliere una massa d’aria subtropicale che risale verso nord. Da qui lo scatto deciso delle temperature, che si spingono oltre le soglie tipiche del periodo e in quota diventano persino eccezionali.
Lo zero termico attorno ai 4000 metri, per dire, richiama più la fine della primavera che l’atmosfera pre-natalizia. Eppure accade. E continua ad accadere sempre più spesso. Negli ultimi anni il Mediterraneo vive intrusioni anticicloniche africane anche in pieno inverno: un segnale evidente del Riscaldamento Globale, con anomalie positive persistenti e fasi perturbate concentrate in brevi finestre.
Sole in montagna, grigio in pianura: il rovescio della medaglia
Mentre in quota il panorama evocherà quasi una giornata di aprile – aria limpida, luce tagliente, neve che soffre – nelle valli e nelle pianure il discorso cambia. L’anticiclone, come spesso accade, schiaccia l’aria nei bassi strati e intrappola tutto lì: umidità, particelle, freddo.
In Val Padana, soprattutto, si faranno avanti nebbie persistenti, foschie, nubi basse che tengono le temperature ancorate a valori più rigidi. Il contrasto sarà netto: sotto, grigio compatto e aria stagnante; sopra, sole pieno e clima sorprendentemente mite.
In effetti il problema non è solo estetico. La qualità dell’aria peggiorerà – inevitabile quando non c’è vento – e lo smog tornerà a farsi sentire, con effetti più marcati per anziani e soggetti sensibili. Insomma, l’immagine tipica delle fasi anticicloniche invernali: pianure opache e montagne luminose.
Quanto durerà? E cosa può accadere verso Natale?
Le proiezioni attuali mostrano una stabilità che potrebbe trascinarsi per giorni, forse per tutta la prima metà di dicembre. Se lo scenario dovesse confermarsi, ci avvicineremmo a un Natale tranquillo, asciutto e poco invernale: temperature sopra la media e scarso margine per nevicate a bassa quota. Una festa più autunnale che invernale, diciamolo.
Rimane però un’incognita, enorme come sempre: il Vortice Polare. Quando questa struttura atmosferica sopra il Polo Nord si indebolisce o si deforma, può liberare irruzioni fredde capaci di raggiungere le medie latitudini in pochi giorni. Bastano due scossoni – un disturbo, un rallentamento – e lo scenario si ribalta: freddo improvviso, neve, maltempo.
Per ora non sembra il caso. L’Italia avanza verso un’Immacolata stabile e calda, con l’anticiclone africano protagonista e un inverno che, almeno per adesso, resta alla finestra a osservare. Ma le anomalie termiche positive, nel clima del XXI secolo, non sorprendono più. Ed è forse questo il dato che colpisce maggiormente.
Crediti: questo articolo è stato realizzato analizzando i dati dei modelli matematici ECMWF, NOAA, ICON, AROME, UKMO.
L’articolo Caldo e zero termico a 4000 metri, meteo stabile: quanto può durare? proviene da DIRETTA METEO.