
Capita sempre più spesso, ormai, di alzare lo sguardo sul calendario, leggere Dicembre e poi sentire sulla pelle un’aria che di invernale ha ben poco. Una lieve brezza tiepida, quasi primaverile, che lascia interdetti. Eppure eccoci qui, ancora una volta alle prese con un’impennata termica che – diciamolo senza troppi giri di parole – non dovrebbe proprio esserci. Non a questo punto della stagione, non dopo settimane in cui il Vortice Polare è sembrato voler finalmente fare la voce grossa.
E invece no. Dopo qualche timida irruzione artica di fine Novembre, l’atmosfera ha deciso di rimescolare le carte. Lo ha fatto in fretta, quasi all’improvviso, con quel modo un po’ teatrale che il meteo ogni tanto utilizza per ricordarci chi comanda davvero. Ed ecco riaffacciarsi l’Alta-pressione subtropicale, quella che affonda le radici nel cuore del Sahara e che negli ultimi anni è diventata una presenza inquietantemente familiare.
Le proiezioni dei modelli – con ECMWF e NOAA finalmente allineati – parlano chiaro: l’anomalia termica prevista non sarà più di 4–5°C sopra la media, come si ipotizzava all’inizio, ma molto di più. In alcune aree d’Italia i valori massimi rischiano addirittura di avvicinarsi ai 20°C, una soglia che, detta così, pare uscita da un bollettino di Aprile. E qui il punto centrale ritorna: non è normale. Ripetiamolo, perché la percezione collettiva si è ormai talmente deformata da far sembrare straordinario perfino il freddo di fine Autunno.
Ci siamo abituati a pensare che l’Alta-pressione sia il punto di partenza, lo sfondo costante dei nostri inverni. Che le giornate luminose e tiepide siano un diritto acquisito. Ma l’inverno, quello vero, avrebbe ben altri compiti: portare piogge, portare freddo, portare neve in montagna e aria pungente in pianura. Avrebbe, appunto. Perché negli ultimi anni lo vediamo arrancare, come se facesse fatica a farsi spazio tra le continue rimonte dell’Anticiclone del nord Africa.
In ogni caso, l’attuale fase anticiclonica dovrebbe avere il fiato corto. I modelli, per una volta concordi, danno un margine previsionale più ampio del solito: bel tempo diffuso fino a mercoledì, con Immacolata quasi primaverile. Tanti cieli sereni, sì, ma anche le immancabili nebbie che all’alba si adageranno – fitte e fredde – nelle pianure e nelle valli del Centro-nord. E occhio pure alle gelate: con queste inversioni termiche basta poco, perfino sotto un cielo splendido.
Poi, lentamente, qualcosa dovrebbe cambiare. Da ovest, come spesso accade, le correnti atlantiche inizieranno a erodere il promontorio anticiclonico. All’inizio quasi impercettibilmente, un soffio umido che scardina i piani dell’Alta-pressione; poi più decisamente, fino a riportare – nel weekend – un generale calo delle temperature e un ritorno dell’instabilità. Non un tracollo invernale, sia chiaro, ma un passo nella direzione giusta.
La prima metà di Dicembre potrebbe infatti essere dominata da una circolazione atlantica vivace, più autunnale che invernale. L’altra faccia del Vortice Polare, che mentre negli Stati Uniti scatena gelo e bufere, sull’Europa imprime una spinta zonale capace di tenere lontano il freddo vero. Uno scenario già visto, e che in fondo ci ricorda quanto il nostro equilibrio climatico sia diventato fragile.
Resta la domanda che aleggia sullo sfondo: e dopo? Tornerà l’Alta-pressione nel periodo natalizio? O dovremo aspettare Gennaio, forse Febbraio? Nessuno può dirlo con certezza. La speranza, neanche troppo nascosta, è che l’inverno riesca a ritrovare un po’ di sé già prima delle feste. Che torni, almeno per qualche giorno, a fare l’inverno.
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