Anomalie meteo fuori scala in Italia: le mappe di settimana prossima evidenziano il cambio

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Anomalie meteo fuori scala in Italia: le mappe di settimana prossima evidenziano il cambio

Zero termico alle stelle, neve delle Alpi a rischio fusione. È questo, in sintesi, lo scenario che si prepara sull’Italia nei prossimi giorni. Nulla di allarmistico, ma il segno chiaro – l’ennesimo – di quelle forti anomalie meteo-climatiche che ormai accompagnano il Riscaldamento Globale.

Per più di due settimane abbiamo respirato un clima “Old Style”, quasi da secolo scorso: neve a bassa quota, venti tesi, tempo vivace, piumoni, sciarpe e guanti sempre pronti. Una parentesi invernale come si deve. Eppure, tra poco, tutto questo rischia di diventare solo un ricordo. Stiamo per rientrare bruscamente nel pattern meteorologico tipico degli ultimi anni, dominato dall’alta pressione e da una mitezza fuori stagione.

 

La data spartiacque

Da lunedì 8 dicembre, giornata che coincide anche con l’Immacolata, inizierà una fase meteo particolarmente anomala per l’Italia e per buona parte dell’Europa. Le ultime elaborazioni dei modelli numerici mostrano mappe davvero eloquenti, quasi spiazzanti per essere pieno dicembre.

Che cosa ci attende, in pratica? Un anticiclone molto robusto, in grado di garantire una stabilità atmosferica duratura, con precipitazioni quasi assenti e temperature diurne nettamente superiori alle medie del periodo. Insomma, più che atmosfera pre-natalizia, parrà un assaggio di primavera.

Non ovunque, però, farà così caldo alla luce del sole. Al Nord le temperature massime si fermeranno in genere tra 8°C e 11°C, valori sì miti ma non eccezionali se confrontati con gli standard recenti. Diverso il discorso per il Centro-Sud e per le isole maggiori, dove si potranno superare con facilità i 14-15°C, con punte fino a 18°C nelle zone più riparate e in assenza di vento. Sensazioni, diciamolo, decisamente primaverili.

Il surplus termico più marcato, tuttavia, non riguarderà direttamente le nostre città costiere o di pianura, bensì l’arco alpino e una vasta porzione dell’Europa centrale. È lì che si registrerà una vera e propria ondata di mitezza fuori stagione, con valori in quota tipici della tarda primavera e un aumento consistente delle temperature a tutte le altitudini.

 

Le aree più colpite

La stagione, almeno nei bassi strati, proverà in parte a mitigare le anomalie. Nei fondovalle e sulle grandi pianure, infatti, la forte stabilità atmosferica, unita alla quasi totale assenza di ventilazione, favorirà la formazione di estese nebbie, soprattutto sulla Pianura Padana. Non è escluso che questi banchi nebbiosi resistano per molte ore anche durante il giorno.

Se la nebbia dovesse persistere, le temperature al Nord potrebbero mantenersi più basse rispetto al resto del Paese, restituendo una sorta di “freddo fittizio”. Il termometro, però, ingannerebbe solo in parte: a pochi metri sopra lo strato nebbioso l’aria sarebbe sensibilmente più mite. Con un problema collaterale ben noto, purtroppo. La qualità dell’aria, in assenza di rimescolamento, rischierebbe di peggiorare sensibilmente, con accumulo di inquinanti nelle aree urbane e metropolitane.

Scenario completamente diverso in quota. Sull’arco alpino e sull’Appennino le temperature saliranno in modo deciso, fino a valori da tarda primavera. Il risultato è quasi inevitabile: zero termico molto alto e neve che fonde velocemente. Molte montagne cominceranno a spogliarsi, con la copertura nevosa che potrebbe ritirarsi progressivamente anche oltre i 2000 metri, soprattutto sui versanti esposti e laddove la neve recente non ha avuto il tempo di consolidarsi.

Per le Alpi si tratta di un passaggio delicato. Dopo le recenti nevicate, questo rapido “lavaggio caldo” rischia di compromettere buona parte dell’accumulo, proprio nella fase iniziale della stagione invernale. È il classico effetto delle anomalie termiche in pieno dicembre: tanta mitezza in quota, nebbia e inquinamento in pianura, inverno sospeso.

 

Quanto durerà?

La domanda viene spontanea: fino a quando durerà questo blocco anticiclonico? Le prime indicazioni, al momento, puntano verso una possibile attenuazione a cavallo del fine settimana tra il 13 e il 14 dicembre. Secondo alcune proiezioni a lunga gittata, l’area di alta pressione potrebbe gradualmente traslare verso est, lasciando spazio al ritorno di correnti atlantiche più umide e instabili.

Non parliamo, comunque, di un’irruzione fredda in stile pieno inverno. Anche in caso di cambio di circolazione, le masse d’aria in gioco non sembrano particolarmente rigide. Potrebbe però tornare la pioggia, almeno sulle aree montuose e collinari, con nevicate relegate a quote di media montagna. Un passo avanti rispetto all’anticiclone ostinato e dominante, ma non ancora l’inverno pieno che molti attendono.

Per capire se questo possibile cambio di scena si concretizzerà davvero e con quali tempi, servirà ancora qualche aggiornamento modellistico. Il quadro, in ogni caso, è chiaro: nei prossimi giorni l’Inverno dovrà fare un lungo passo di lato, lasciando spazio a un periodo marcatamente anomalo, tra mitezza in quota, zero termico elevato e neve a rischio sulle Alpi.

Crediti

L’articolo è stato redatto analizzando attentamente i run dei seguenti modelli meteorologici internazionali e successivamente rielaborati dall’autore: ECMWF, Global Forecast System del NOAA, ICON, AROME, ARPEGE.

 

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