Dicembre, svolta meteo dopo il 10: scenario che farà parlare

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Dicembre, svolta meteo dopo il 10: scenario che farà parlare

Sembrava un dicembre destinato a scorrere nel grigiore della calma piatta, e invece no: subito dopo il 10 dicembre, l’Italia potrebbe imboccare una strada ben diversa, molto più dinamica e finalmente più in linea con la stagione. Le ultime proiezioni dei modelli, in effetti, mostrano un Atlantico in fermento, con correnti oceaniche pronte ad abbassarsi di latitudine e a rimettere in moto una sequenza di perturbazioni organizzate. Una sorta di richiamo all’ordine, insomma, dopo settimane un po’ così.

 

Un primo fronte rompe la quiete

Già all’inizio del nuovo periodo si avvertirà un cambiamento netto. Arriverà una perturbazione ampia e strutturata, capace di portare piogge diffuse e cieli opachi su gran parte del Centro-Nord. Non sarà il solito episodio rapido, quello che passa e se ne va quasi senza lasciare traccia. Stavolta le simulazioni parlano di un flusso continuo, quasi ostinato, che potrebbe alimentare nuovi impulsi perturbati anche nei giorni successivi. Aria umida, correnti vivaci, strappi improvvisi tra una schiarita e l’altra: l’atmosfera riprenderà ritmo, con un sottofondo termico un po’ più freddo, pronto a emergere.

 

Il 12 dicembre è la data chiave

E la giornata da tenere d’occhio, quella da annotare mentalmente, è venerdì 12 dicembre. Le ultime elaborazioni descrivono un fronte molto esteso, capace di coinvolgere mezza Italia con precipitazioni frequenti e talvolta insistenti. Le aree più esposte? Le regioni tirreniche e il Centro-Nord, ma attenzione a settori come il Levante ligure, l’alta Toscana e una parte del Nord-Est. Qui, complice la risalita di correnti umide e la forza della struttura perturbata, potrebbero verificarsi accumuli significativi, di quelli che lasciano il segno sul territorio e nei resoconti meteo.

 

Torna la neve: Alpi e Appennini cambiano abito

Nel frattempo, in quota si preparerà una trasformazione lenta ma evidente. La neve tornerà a cadere su Alpi e Appennini, inizialmente oltre i 1200–1400 metri. Poi, con un graduale calo delle temperature, la quota potrà scendere e riportare paesaggi più tipici di dicembre. Non siamo ancora di fronte a un’irruzione fredda in piena regola, è vero, ma questo primo segnale di transizione potrebbe fungere da apripista a situazioni più invernali, come spesso accade in annate simili.

 

La seconda metà del mese? Dipende da due giocatori

E qui arriva la parte più delicata. Il destino meteorologico della seconda metà di dicembre dipenderà da un equilibrio non banale tra due elementi: la forza delle depressioni atlantiche e l’eventuale discesa dell’aria fredda accumulata sull’Europa settentrionale. Al momento il nucleo gelido rimane lontano, ben ancorato a nord del Vecchio Continente. Eppure la Penisola si troverà in una zona sensibile, una sorta di terra di mezzo: abbastanza vicina alle correnti fredde da poter essere coinvolta, abbastanza esposta ai flussi perturbati da mantenere un quadro instabile. Una combinazione che spesso prepara sorprese.

 

Un dicembre più vivace del previsto

Insomma, dicembre potrebbe regalare una fase dinamica, più viva e potenzialmente più invernale rispetto alle ultime settimane. E chissà che le sorprese non arrivino proprio nella parte finale del mese, quando le tessere del mosaico atmosferico tendono a rimescolarsi con più decisione.

Ci torneremo.

 

Credit: analisi basata sui dati dei modelli ECMWF, Global Forecast System del NOAA, ICON e ARPEGE.

 

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