Quando la Siberia “entra” in Italia: il ruolo del vento Burian e cosa aspettarci

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Quando la Siberia “entra” in Italia: il ruolo del vento Burian e cosa aspettarci

Che cos’è il Buran e perché fa notizia anche lontano dalla Siberia
Il Buran nasce sulle vaste Pianure della Siberia in Russia, dove l’aria continentale si raffredda e si asciuga fino a livelli eccezionali. Non si limita a un crollo termico: si presenta come una tempesta di neve con venti impetuosi e visibilità ridotta, un mix che rende l’evento spettacolare e, a tratti, paralizzante. Quando la circolazione a grande scala apre corridoi verso l’Europa, queste masse d’aria scivolano a sud-ovest, raggiungendo talvolta il Bacino del Mediterraneo e trasformando anche il clima temperato dell’Italia.

 

Non è magia: si chiama Burian, come funziona e dove arriva
Un vento glaciale che nasce nelle steppe della Siberia, una bufera che si accompagna a raffiche furiose e a temperature ben sotto i -40 °C: il Buran non è solo freddo, è un ingranaggio atmosferico capace di spingersi dall’Asia Settentrionale all’Europa, a volte fin dentro l’Italia. La sua imprevedibilità resta il tratto più evidente: anche se tra fine Ottobre e inizio Novembre si parla di una possibile riattivazione del freddo siberiano, la previsione oltre 10–15 giorni resta una tendenza, non una certezza.

 

La portata oltre la Siberia: come il gelo raggiunge Europa e Italia
Nelle configurazioni favorevoli, il Buran supera i confini dell’Asia e si affaccia sull’Europa Orientale, poi sull’Europa Centrale e, nei casi più incisivi, sul Nord Italia e sulle Regioni Tirreniche. Le masse fredde e secche generano nevicate quando interagiscono con l’umidità mediterranea; per questo, lungo le Coste Adriatiche e in Val Padana, il passaggio si traduce in episodi nevosi anche a bassa quota.

 

Fattori che modulano il Buran: La Niña e le alte pressioni atlantiche
L’evoluzione del Buran viene condizionata da teleconnessioni come La Niña, che tende a favorire inverni più freddi sull’Europa, con episodi significativi anche sull’Italia Meridionale. Allo stesso tempo, l’Alta Pressione delle Azzorre e quella delle Bahamas possono espandersi, deviando o smorzando le incursioni di aria continentale verso ovest. La combinazione tra pattern emisferici e onde planetarie decide se il gelo siberiano trova strada o resta confinato a est.

 

Italia, tra anomalie recenti e geografia del freddo
Negli ultimi anni la Pianura Padana mostra innevamenti più radi e discontinui: un’anomalia rispetto al quadro storico, attribuita da molti studiosi all’effetto del riscaldamento globale e alla maggiore persistenza delle alte pressioni atlantiche. Al contrario, Sicilia, Sardegna, Lazio, Abruzzo e Marche continuano a registrare inverni talvolta coerenti con le medie del passato, pur dentro un contesto di variabilità crescente e pattern più irregolari.

 

Gli inverni leggendari: 1956 e 1985 come cartoline del gelo
Il Febbraio 1956 e il Gennaio 1985 restano i riferimenti quando si parla di Buran in Europa:

  • A Parigi si registrano -12,8 °C, mentre la Francia Meridionale a Marsiglia tocca -15,6 °C.
  • In Svizzera, a Zurigo, si misurano minime fino a -23,9 °C e medie mensili eccezionalmente basse.
  • Polonia, Germania e Repubblica Ceca vivono diffusi -20 °C e punte fino a -30 °C nelle aree più esposte.
  • In Italia gelano tratti dell’Arno e della Laguna Veneta; nel 1985 la neve copre gran parte del Nord, con Val Padana fino a -30 °C, Firenze a -23 °C, fiocchi anche su Roma e sulla Sardegna.

 

Previsioni e limiti: cosa si può dire adesso
Sulla possibilità di un Buran nei prossimi mesi, la scienza mette paletti chiari: la prevedibilità oltre i 15 giorni resta limitata. Le discussioni tra analisti si concentrano su linee di tendenza: innevamento siberiano, assetto del vortice polare, flussi in stratosfera, posizione delle alte pressioni atlantiche e del blocco su Scandinavia o Urali. Il riscaldamento globale alza le medie termiche e tende a ridurre la frequenza statistica degli episodi estremi, ma non li elimina: un incastro barico favorevole spalanca ancora le porte al gelo fino all’Italia.

 

Quando il Buran diventa calamità naturale
Il Buran – Gelo Siberia si trasforma in calamità quando combina vento, neve e freddo estremo su aree densamente abitate e infrastrutturate del continente europeo. La complessità tra cambiamento climatico, correnti atmosferiche e feedback della copertura nevosa impone letture che considerano l’intero sistema climatico globale, dall’Eurasia al Mediterraneo.

 

Cosa influenza l’inverno europeo: non solo Buran
L’Oceano Pacifico con La Niña, l’Alta Pressione delle Azzorre e quella delle Bahamas incidono sul disegno invernale europeo, spiegando perché la Pianura Padana veda meno neve rispetto al passato mentre Sicilia, Sardegna, Lazio, Abruzzo e Marche mantengono un profilo più vicino alla media storica. Gli inverni leggendari del 1956 e del 1985 mostrano cosa il Buran sa fare quando trova autostrade bariche libere verso ovest: fiumi ghiacciati, nevicate diffuse e minime fino a -30 °C in Val Padana. Se lo avremo questo inverno? Le probabilità dipendono dall’assetto emisferico: il riscaldamento globale alza le medie, ma non cancella gli episodi estremi, ne rimescola la frequenza.

 

Credit: articolo redatto su analisi scientifica principalmente dei dati di Global Forecast System del NOAA ( https://www.noaa.gov/), World Meteorological Organization – Extreme Weather Events ( https://public.wmo.int/), NASA Earth Observatory – Siberian Cold Air Outbreaks ( https://earthobservatory.nasa.gov/), Copernicus Climate Change Service ( https://climate.copernicus.eu/), Nature Climate Change – Winter Cold Extremes ( https://www.nature.com/nclimate/), American Meteorological Society – Buran Events ( https://www.ametsoc.org/), Met Office UK – Severe Winter Weather (👉 https://www.metoffice.gov.uk/)

 

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