GELO dall’Est, primi segnali per il Meteo di CAPODANNO

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GELO dall’Est, primi segnali per il Meteo di CAPODANNO

Qualcosa si muove. E non poco.
I modelli matematici, nelle ultime emissioni, stanno rivedendo in modo deciso il posizionamento delle grandi strutture bariche sullo scacchiere europeo, aprendo scenari che fino a pochi giorni fa apparivano marginali, quasi di contorno. Ora non più.

Il cambiamento è già in atto. Il peggioramento che sta interessando diverse aree nasce da un affondo depressionario nord atlantico, seguito dall’isolamento di un vortice ciclonico secondario di matrice afro-mediterranea. Un sistema complesso, ancora pieno di incognite previsionali, sul quale – diciamolo chiaramente – è difficile stabilire oggi se e quanto inciderà sul tempo della seconda parte della settimana.

Ma il punto, qui, è un altro.
Lo sguardo va oltre. Verso la fine dell’anno.

Sul Natale ci siamo già espressi. Le ultime simulazioni continuano a proporre un peggioramento di stampo polare, con aria fredda polare marittima pronta a interessare dapprima i settori occidentali dell’Europa e poi, gradualmente, il Mediterraneo centrale. Un passaggio che potrebbe consegnarci un Natale dal sapore finalmente invernale: niente gelo estremo, ma nemmeno mitezza fuori stagione.

Le temperature, infatti, tenderebbero a rientrare su valori più consoni al periodo. Per le precipitazioni servirà ancora pazienza, affidandoci ai modelli matematici ad alta risoluzione solo nei prossimi giorni. Insomma, quadro ancora aperto, ma già piuttosto indicativo.

Decisamente più intrigante, invece, lo scenario che si andrebbe a delineare subito dopo Santo Stefano. È lì che l’atmosfera potrebbe cambiare passo. Le mappe mostrano la possibilità di un’Alta Pressione in isolamento sull’area scandinava, una configurazione classica capace di favorire lo scivolamento di masse d’aria gelida verso l’Europa orientale.

Nulla di casuale.
Si tratta, ancora una volta, dei disturbi al Vortice Polare, dinamiche ormai note ma tutt’altro che banali. Disturbi che, secondo ECMWF e NOAA, potrebbero persino accentuarsi nel corso di Gennaio, con effetti importanti su scala emisferica. Ma questo sarà tema da affrontare più avanti. Ora conviene restare concentrati su ciò che potrebbe accadere tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.

Perché l’aria gelida, una volta distesa sull’Europa orientale, potrebbe trovare strada libera anche verso ovest. La mancanza di una solida protezione anticiclonica sull’Europa centrale e sul Mediterraneo aprirebbe corridoi favorevoli, consentendo al freddo di avanzare senza troppi ostacoli. E quando accade, gli effetti si fanno sentire: crollo termico marcato e nevicate fino a quote molto basse.

Se questa massa d’aria dovesse riuscire a raggiungere l’Italia, lo scenario cambierebbe radicalmente. Giornate fredde sul serio, non per modo di dire. E la possibilità di neve a quote pianeggianti diventerebbe concreta, localmente persino lungo le coste, soprattutto sulle regioni adriatiche, storicamente più esposte a questo tipo di circolazione orientale.

È una situazione che va seguita passo dopo passo, giorno dopo giorno. Ma una cosa appare sempre più chiara: le probabilità del classico periodo festivo dominato dall’Alta Pressione stanno rapidamente diminuendo. Niente “solito” Natale statico, niente festività fotocopia. L’inverno, questa volta, sembra davvero intenzionato a farsi notare.

 

Fonti e crediti scientifici:
Dati e analisi basati sulle elaborazioni di ECMWF e NOAA.

 

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