
Diciamolo: l’alta pressione sta facendo la voce grossa. Da giorni domina ogni angolo del cielo, appiattisce le dinamiche atmosferiche, spegne qualsiasi ambizione d’inverno. Un copione già visto. Eppure, rispetto al promettente finale di novembre, questo nuovo stallo lascia un retrogusto amaro – quasi una promessa mancata.
Le premesse, insomma, si sono assottigliate in fretta. Ma sarebbe un errore trarre conclusioni ora. Siamo solo all’inizio della stagione e, come spesso accade, ciò che oggi sembra definitivo domani può cambiare improvvisamente. Anche perché questo anticiclone, per quanto robusto, non dovrebbe durare a oltranza. Le prime crepe potrebbero mostrarsi già a metà mese, quando un po’ di vivacità atmosferica tornerà a disturbare il torpore dominante (finalmente).
Verso la fine di dicembre: scenari più invernali
Le sorprese, spesso figlie dell’inverno, potrebbero annidarsi proprio nelle ultime battute dell’anno. Alcuni segnali, ancora timidi, puntano verso un possibile sfondamento delle correnti artiche dirette al Mediterraneo. Una dinamica che un tempo risultava quasi ordinaria, mentre oggi – complice un Riscaldamento Globale più marcato alle nostre latitudini – appare sempre più rara, quasi un ricordo sbiadito.
Eppure, chi può escludere un’ondata di gelo degna di quelle che si raccontano ancora nelle serate d’inizio stagione? Non sarebbe la prima volta che un inverno apparentemente spento si riprende all’improvviso. Certo, un po’ di scetticismo è naturale, ma ignorare il comportamento degli indici climatici AO e NAO sarebbe imprudente: al momento suggeriscono un quadro potenzialmente più classico, capace di favorire episodi nevosi anche significativi.
L’esperienza recente parla chiaro: l’inverno precoce di fine novembre era stato previsto da pochi. È un promemoria utile. Oggi non possiamo indicare un giorno preciso in cui la neve scenderà di nuovo in pianura, ma alcuni indizi – quelli sì – sembrano voler tornare a bussare.
Inverno prepara una rivincita a fine 2025
A metà mese la scena potrebbe cambiare gradualmente. Le correnti atlantiche proveranno a riprendersi spazio rosicchiandolo, giorno dopo giorno, all’alta pressione. Una piccola breccia, forse, ma sufficiente ad avviare un’evoluzione più dinamica. Non significa inverno immediato: la strada rimarrà lunga, spezzata da pause miti e transizioni lente, fin quasi alle soglie del nuovo anno.
Il periodo più interessante si colloca attorno a Natale. È lì che una porzione del Vortice Polare potrebbe affondare verso l’Europa, trascinando con sé aria fredda pronta a scivolare verso le medie latitudini. Il punto interrogativo riguarda il Mediterraneo: sarà bersaglio diretto o solo sfiorato dalle correnti artiche? Difficile dirlo ora, anche perché basta uno spostamento di poche centinaia di chilometri per riscrivere l’intera storia.
Durante le feste potremmo assaporare condizioni pienamente invernali, magari non eclatanti, ma finalmente coerenti con il calendario. Il Vortice Polare in fase debole lascia uno spiraglio concreto: un suo cedimento potrebbe aumentare sensibilmente la probabilità di neve in pianura, almeno al Nord.
È un fatto: la Val Padana ha quasi dimenticato il colore bianco. Le nevicate degli ultimi dieci anni si contano sulle dita di una mano, schiacciate da un ciclo sfavorevole che ha spesso separato il freddo dalle perturbazioni. Quando arriva l’uno, manca l’altra. E viceversa. Un inverno un po’ stonato, insomma.
Gli strumenti previsionali
Questo articolo nasce dall’interpretazione degli aggiornamenti più recenti dei modelli internazionali ECMWF e GFS, da cui emerge uno scenario ancora incerto ma non privo di spunti invernali. Spunti che, nelle prossime settimane, andranno osservati con la dovuta pazienza – e con un pizzico di speranza, perché l’inverno, quello vero, sembra voler riprovarci.
L’articolo L’Inverno accende i motori: neve e gelo presto possibili in pianura proviene da DIRETTA METEO.