Gelo negli Usa e possibili effetti sull’Europa

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Gelo negli Usa e possibili effetti sull’Europa

 

Sta facendo notizia, e non potrebbe essere altrimenti, l’ondata di gelo che nelle prossime ore travolgerà gli Stati Uniti. Un’ondata vera, dura, destinata a durare almeno una settimana e a segnare anche l’Immacolata. Un quadro che, visto da qua, sembra quasi appartenere a un altro continente – e in effetti è così – ma che ha comunque molto da raccontare anche all’Europa.

 

Il Vortice Polare si indebolisce

A monte c’è l’indebolimento del Vortice Polare. Una dinamica complessa, certo, che meriterebbe pagine e pagine, ma il succo è semplice: quando il ramo canadese del Vortice Polare si affloscia, il freddo artico viene proiettato verso gli Stati Uniti, soprattutto lungo la fascia orientale. E lì, quando arriva, arriva davvero. Pensate che nei prossimi giorni l’aria gelida potrebbe spingersi fino alla Florida, uno di quei dettagli che fanno capire la portata dell’evento.

Intanto, nel Nordest americano, si preparano a nevicate importanti. Blizzard, addirittura, nelle zone più esposte all’effetto dei Grandi Laghi. Scene tipiche dell’inverno nordamericano, ma forse un po’ anticipate quest’anno.

 

L’Europa cambia registro

E mentre dall’altra parte dell’Oceano si gela, in Europa sta accadendo quasi l’opposto. O meglio: il quadro barico si sta già trasformando, e pure in maniera piuttosto netta. Le temperature, infatti, sono attese in crescita su gran parte del continente, con anomalie positive anche marcate. Insomma, quel freddo che si concentra negli USA finisce quasi per “sottrarre” energia alle dinamiche europee, aprendo la strada a correnti oceaniche miti e umide.

È il classico gioco del getto d’aria in quota: si piega, oscilla, cambia ritmo. E quando vira verso l’Atlantico, da noi arrivano perturbazioni spinte da un’attività depressionaria molto vivace. Piogge, vento, nuvole a ripetizione, soprattutto tra i settori occidentali e settentrionali dell’Europa. Nulla di sorprendente, ma certo di notevole impatto.

 

Italia inclusa, con uno sguardo verso Natale

La correlazione tra ciò che accade negli Stati Uniti e ciò che succede in Europa esiste eccome, anche se non è mai perfetta. Di solito, ciò che avviene negli USA anticipa – di un paio di settimane – possibili ripercussioni europee. Ed è qui che si torna a guardare il calendario: tra due settimane saremo sotto Natale.

Questo non significa che il gelo piomberà sull’Europa in blocco, né che l’Italia si ritroverà inevitabilmente sotto una colata artica. Significa, più semplicemente, che potrebbero attivarsi dinamiche invernali più serie, più strutturate. E che, qualora prendessero la strada giusta, non è affatto escluso un coinvolgimento diretto del nostro Paese.

 

Monitorare gli Usa per capire l’Europa

In sostanza – e senza fare drammi inutili – conviene osservare con attenzione ciò che sta succedendo negli States. Perché l’evoluzione barica di questi giorni potrebbe riproporsi, riadattata, sul vecchio continente. E perché, da qui a Natale, lo scenario potrebbe virare in modo sensibile. Forse anche pesante. Diciamolo: non sarebbe la prima volta.

 

Fonti internazionali:

ECMWFNOAA

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