
Capita di svegliarsi la mattina, aprire la finestra e ritrovarsi davanti un velo lattiginoso. A volte è nebbia, altre sono nubi basse. Entrambe fatte della stessa sostanza – minuscole goccioline d’acqua sospese in aria – eppure così diverse nel modo in cui ci avvolgono. La differenza sta tutta nell’altitudine: la nebbia si appoggia al terreno, ti cammina accanto, inghiotte strade e persone; le nubi basse, invece, restano sospese qualche decina o centinaio di metri sopra il suolo, come un soffitto calato troppo in fretta.
Eppure questa sfumatura, che sulla carta sembra poca cosa, cambia tutto. La nebbia ti chiude dentro un mondo ovattato, quasi un sipario che limita la visibilità. Le nubi basse, invece, coprono colline e tetti e danno l’idea che il paesaggio venga inghiottito dall’alto. Una differenza sottile, certo, ma che percepiamo immediatamente. E che, in effetti, racconta molto del modo in cui atmosfera e suolo dialogano tra loro.
Perché nasce la nebbia
Succede soprattutto nelle notti serene e fredde: il terreno perde calore, si raffredda e trascina con sé anche l’aria che gli sta a contatto. Quando quest’ultima raggiunge il punto di saturazione – cioè quando non può contenere altra umidità – l’acqua condensa in microgocce. E la nebbia prende forma. Silenziosa, quasi sempre improvvisa.
In pianura, specie vicino a fiumi o zone umide, il fenomeno diventa ancora più frequente. La visibilità crolla anche a pochi metri, i rumori sembrano arrivare smorzati, come filtrati da una mano invisibile. Basta davvero poco, però, per dissolvere tutto: una brezza leggera, un cambio di temperatura, un minimo movimento d’aria. È un equilibrio fragile, che tiene insieme umidità, vento e termiche del suolo. E appena uno di questi ingranaggi si sposta, la nebbia svanisce.
Come distinguere le nubi basse
Le nubi basse sono nubi vere e proprie, solo… molto vicine al terreno. Non lo toccano, però, e questo basta per differenziarle dalla nebbia. Le si incontra spesso in montagna: ci si ritrova a camminare dentro una nube e si pensa alla nebbia, ma non lo è. Oppure dopo una pioggia insistente, quando l’aria resta carica d’umidità e le nubi sembrano scivolare lungo i pendii.
A differenza della nebbia, non sempre riducono la visibilità al livello del suolo; anzi, restano sospese sopra i tetti o si adagiano sulle colline creando scenari quasi teatrali. Sono figlie dei movimenti verticali dell’aria e della forma del territorio. La nebbia, invece, risponde soprattutto all’umore termico del suolo. Due fenomeni simili nella sostanza ma diversi nel modo in cui prendono vita.
Crediti:
Dati e concetti meteorologici ispirati a ECMWF (https://www.ecmwf.int) e NOAA (https://www.noaa.gov).
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