Neve alle porte? Il Nord scruta il periodo 20-22 Dicembre

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Neve alle porte? Il Nord scruta il periodo 20-22 Dicembre

Da giorni l’aria sembra ferma, quasi sospesa. Non succede spesso a dicembre, eppure l’Italia continua a scivolare sotto la cupola di un anticiclone vastissimo, di quelli che si impuntano e non vogliono saperne di lasciare spazio. Risultato: una stabilità un po’ surreale, con un clima che – diciamolo – ricorda più l’inizio di marzo che l’inverno.

In quota lo zero termico corre oltre i 3000 metri, e già questo basterebbe a raccontare la stranezza della situazione. Un valore così alto non capita tutti gli anni. Le giornate sulle montagne si aprono limpide, quasi tiepide, mentre al sud si sfiorano senza sforzo i 15-18°C. E a chi vive in quelle zone può persino venire il dubbio che il calendario abbia sbagliato strada.

Ben diversa l’atmosfera che si respira al nord. La Pianura Padana resta intrappolata nell’inversione termica: l’aria fredda scivola verso il suolo e lì rimane, immobile, umida, con quella patina grigia che si appiccica alle città. E non solo alle città: anche agli occhi, all’umore. Arriva un po’ di umidità da nordovest, dalla Liguria, quel tanto che basta per creare una nuvolosità bassa e testarda, quasi una coperta pesante che non permette alla luce di filtrare. Insomma: un cielo che non si apre mai.

 

Prime crepe nell’alta pressione

Poi, dopo il 15 dicembre, qualcosa potrebbe incrinarsi. Non un crollo, certo. Però una crepa, un piccolo cedimento. I modelli suggeriscono che l’alta pressione potrebbe perdere un po’ della sua rigidità, lasciando intravedere l’arrivo di una prima perturbazione tra il 16 e il 18 dicembre. Qualcosa si muove – poco, ma si muove.

Questa perturbazione, però, sembra guardare soprattutto verso Sicilia e Sardegna. Laggiù una saccatura dovrebbe portare piogge anche abbondanti, mentre il resto dell’Italia rimarrà ancora sotto l’influenza dell’anticiclone, che continua a fare da scudo e respingere le correnti più fredde.

 

Possibile svolta tra il 20 e il 22 dicembre

Ed è qui che l’attenzione si concentra. Perché, tra il 20 e il 22 dicembre, gli scenari iniziano a farsi più interessanti. Una saccatura più energica potrebbe riuscire finalmente a scardinare l’alta pressione, o almeno a indebolirla abbastanza da permettere un peggioramento più organizzato e diffuso.

Le piogge, in quel caso, tornerebbero a bagnare gran parte del Paese. E la neve? Potrebbe riaffacciarsi sia sulle Alpi sia sugli Appennini, probabilmente intorno ai 1200 metri. Uno scenario quasi normale per il periodo, e proprio per questo rincuorante.

Nella fase finale, poi, la quota neve potrebbe anche scendere sotto i 1000 metri, specialmente sul basso Piemonte. Una prospettiva che, senza creare illusioni, riaccende almeno un po’ il sapore dell’inverno. Con le festività natalizie alle porte, sarebbe un ritorno atteso e, in fondo, necessario.

 

Crediti:

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