Fine dell’alta pressione: il gelo russo si prepara a irrompere per Natale

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Fine dell’alta pressione: il gelo russo si prepara a irrompere per Natale

Gran parte dell’Europa centro-meridionale, Italia compresa, continua a scivolare sotto una campana di alta pressione subtropicale che sembra non voler mollare la presa. Una bolla calda, ampia e ostinata, che sta mettendo l’inverno in pausa proprio nel cuore di Dicembre. E mentre si parla di festività, sulle Alpi lo zero termico ha superato i 3000 metri: la neve caduta a fatica nelle scorse settimane si sta sciogliendo sotto gli occhi di operatori turistici e appassionati. Uno scenario che, se vogliamo dirla tutta, rischia di compromettere l’avvio della stagione sciistica. Ma qualcosa potrebbe muoversi più avanti, verso la terza decade del mese, quando il quadro termico e barico accenna a un sussulto più invernale.

 

Alta pressione ancora protagonista, poi spazio al gelo?

Fino al 20 Dicembre la situazione appare chiara, quasi scolpita. Gli ultimi aggiornamenti dei modelli confermano un campo di alta pressione tenace sul Mediterraneo, potente abbastanza da respingere qualsiasi tentativo perturbato. Solo il Sud e le isole maggiori, a tratti, potrebbero ricevere qualche disturbo atlantico tra 16 e 18 Dicembre – qualche pioggia, un acquazzone, piccole parentesi instabili che spezzano la monotonia atmosferica. Niente di clamoroso, certo, però ben accetto dopo settimane di quiete quasi sospetta.

 

Freddo e gelo ancora lontani

Il vero gelo resta molto più a nord. Parliamo delle latitudini polari, dove il Vortice Polare mantiene per ora un profilo compatto, difficilmente disturbabile. Non c’è modo, almeno fino al 17 o 18 Dicembre, che masse d’aria davvero fredde piombino su Italia o Europa centro-meridionale. Di fatto si assisterà solo a minimi locali più bassi grazie a inversioni termiche notturne – fenomeni tipici dei periodi anticiclonici.

Le condizioni previste parlano chiaro: temperature fredde solo nelle ore più buie e nessuna irruzione artica degna di questo nome. Per chi attende neve e gelo veri, insomma, non è ancora tempo.

 

Il “freddo finto”: perché in Italia non può nevicare

La domanda, inevitabile, spunta spesso: ma se al mattino troviamo il gelo sui prati, perché non nevica? La risposta è semplice, anche se un po’ spiazzante. Fino al 20 Dicembre, quello che vivremo sarà un freddo apparente, il cosiddetto freddo finto. Serve il cielo sereno, l’aria ferma, l’irraggiamento notturno che scarica rapidamente il calore verso l’alto. Risultato: minime basse, spesso sottozero nelle valli. Ma è un meccanismo “interno”, non legato a vere irruzioni dal Polo Nord.

E senza aria fredda in quota, senza una colonna d’aria realmente instabile, la neve non può formarsi. Non può scendere. Non ci sono le condizioni, punto.

 

Il gelo russo si muove verso l’Europa?

Il discorso cambia, o potrebbe cambiare, guardando più a est. Le irruzioni polari che ci interessano davvero rimarranno lontane fino al 18 Dicembre, ma i centri di calcolo – come il modello americano GFS – iniziano a intravedere un segnale: un primo scivolamento di aria molto fredda dalla Scandinavia verso la Russia europea. Un fiume gelido che potrebbe estendersi poi verso Ucraina, Mar Nero, Polonia.

Ed è qui che la situazione si fa interessante. Un forte raffreddamento dell’Europa orientale può funzionare da “pavimento freddo” su cui le correnti nord-atlantiche iniziano a ondeggiare. Una sorta di muro invisibile che disturba il flusso della corrente a getto. E quando la corrente a getto si ondula, le sorprese non mancano quasi mai.

Da queste ondulazioni possono derivare due effetti chiave: un indebolimento graduale del Vortice Polare e una possibile discesa di masse gelide verso il Mediterraneo. Possibile, appunto. Non garantito.

 

Neve a Natale? Scenario possibile, non certo

Una di queste future ondulazioni potrebbe favorire un’irruzione fredda proprio a ridosso di Natale, con neve anche a bassa quota in alcune zone d’Italia. È uno scenario affascinante, lo ammetto. Però siamo nella lunga distanza previsionale, quella dove un’onda si forma o si dissolve con pari facilità. Servirà cautela, e sarà necessario tornare sull’argomento con dati più solidi.

Gli editoriali delle prossime settimane chiariranno se questo abbozzo d’inverno vorrà davvero trasformarsi in un episodio degno delle festività.

 

Credit: dati rielaborati dai modelli
ECMWF,
Global Forecast System del NOAA,
ICON,
AROME,
UKMO.

 

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