
D’accordo, il calendario dice che manca ancora un po’. E lo sappiamo bene: nessuno può promettere dettagli affidabili con così tanto anticipo. Eppure la domanda torna, insistente. Che tempo farà in Italia tra Natale e Capodanno? Proviamo a sciogliere qualche nodo, osservando ciò che mostrano – oggi – i modelli e ciò che invece resta nel campo delle ipotesi.
Una stagione che somiglia più all’autunno
Secondo le ultime analisi dei modelli internazionali, lo scenario dominante continua a richiamare un’atmosfera tardo-autunnale. Succede quando le correnti occidentali, vigorose e quasi instancabili, trascinano verso il Mediterraneo masse d’aria oceanica piuttosto miti. Una dinamica che, in effetti, mantiene le temperature sopra le medie di dicembre. A tratti anche in modo evidente.
Fino a metà mese l’alta pressione appare quasi la padrona del campo. L’aria resta stabile, l’inverno arranca, le giornate scorrono con quel sapore sospeso che conosciamo bene. Poi, lentamente, qualcosa si muove. I modelli iniziano a fiutare un cambiamento più netto, una fase di maltempo corposa – l’abbiamo già analizzata altrove – ma con quota neve tutt’altro che vicina alle pianure. Insomma, un peggioramento sì, ma in pieno stile autunnale.
L’anticiclone cambia posizione
A quanto pare, un anticiclone tenderà a distendersi sull’Europa orientale. Non si tratterà però di un anticiclone termico: nessun richiamo al celebre blocco russo siberiano. Al contrario, questa configurazione favorirebbe l’ingresso di perturbazioni diffuse su buona parte del Paese, con effetti più marcati lungo le regioni tirreniche e al Nord.
In quota, le Alpi vedrebbero la neve salire oltre i 1500-1800 metri. Un dato che, diciamolo, racconta molto del carattere di questa prima parte d’inverno: vivace, perturbata, ma decisamente mite.
Verso il periodo natalizio
A questo punto conviene ribadirlo senza giri di parole: nessuno può prevedere il Natale con oltre quindici giorni d’anticipo. Quello che possiamo fare è parlare di una tendenza, un orientamento generale valido dal 20 al 25 dicembre.
Secondo il modello CGFS potrebbe presentarsi una seconda fase di maltempo, ma la probabilità resta modesta perché siamo davvero ai limiti temporali della previsione. Se mai dovesse arrivare, anche questo passaggio conserverebbe un’impronta autunnale. Paradossalmente, potrebbe persino fare più caldo, complice lo scirocco pronto a insistere sul Centro-Sud. In Valle Padana la neve resterebbe probabilmente un miraggio.
E gli ultimi giorni dell’anno?
Curiosa, questa parte del racconto. Qualche modello abbozza – quasi con cautela – l’idea di un’aria artica che potrebbe sfiorare l’Italia prima del nuovo anno. Un’incursione marginale, magari un po’ di maltempo aggiuntivo. Ma siamo oltre il confine della tendenza: pura ipotesi, per ora.
La sensazione complessiva, comunque, è che questo finale del 2025 possa rimanere più autunnale che invernale. Perturbazioni frequenti, temperature miti, neve solo in montagna e a quote non proprio modeste. Una stagione che continua a inseguire se stessa, senza trovare ancora la svolta tipicamente invernale.
Credit: analisi basate sui run dei modelli
ECMWF, NOAA – GFS, ICON, AROME, ARPEGE
L’articolo Scenario meteo Natale e Capodanno: cosa si può aspettare nei prossimi giorni proviene da DIRETTA METEO.