Meteo: anomalie significative in Italia, cosa rivelano ghiacciai e grandi città

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Meteo: anomalie significative in Italia, cosa rivelano ghiacciai e grandi città

Una nuova fase meteo anomala è alle porte. Ancora alta pressione, ancora aria molto mite dal Nord Africa che si spinge fin nel cuore dell’Europa. Stavolta davvero senza eccezioni: l’anticiclone subtropicale stenderà una vera e propria cupola di stabilità su gran parte del continente. In quota farà caldo, a tratti un caldo quasi surreale per dicembre, mentre in pianura le inversioni termiche faranno il loro lavoro e manterranno aria fredda negli strati più bassi.

Un inverno a due facce, insomma. Con montagne quasi primaverili e pianure intrappolate tra nebbia, umidità e smog.

 

Caldo estremo in montagna

In quota i numeri parlano da soli. Attorno ai 1500 metri ci si aspettano anomalie termiche fino a +12°C rispetto alle medie del periodo, un valore che per il mese di dicembre è tutto fuorché normale. Anzi, è un’eccezione che colpisce subito anche chi con le mappe meteo ha dimestichezza da anni.

Lo zero termico salirà fino a circa 4000 metri sulle Alpi. Praticamente un livello da piena estate di una volta, non da inizio inverno. Martedì, tanto per fissare bene l’idea, ricorderà più una giornata del cuore di luglio di qualche decennio fa – o se vogliamo essere aggiornati, un inizio giugno dei nostri tempi. Altro che dicembre…

Non sorprende allora che in montagna la neve sia sempre meno. Le piste faticano, il paesaggio alpino perde quella veste invernale che ci si aspetterebbe, gli sport invernali arrancano tra neve artificiale e condizioni al limite. È una sofferenza continua per l’ecosistema d’alta quota, per i ghiacciai già messi a durissima prova dal Riscaldamento Globale e per un’intera economia che vive di turismo invernale.

 

Conseguenze gravi tra città, campagne e monti

Se in quota lo scenario è quasi da tarda primavera, a bassa quota il copione cambia ma non migliora. Il dominio dell’anticiclone significa tempo stabile, cielo spesso velato o grigio e piogge quasi assenti. La siccità non si risolve, anzi, rischia di peggiorare in alcune aree.

Le temperature massime, soprattutto al centro-sud, saliranno ben oltre i valori tipici del periodo. In regioni come la Sicilia i termometri potranno arrivare, e in alcuni casi superare, i 20°C, con pomeriggi dal sapore quasi primaverile. Non sono valori da dicembre, diciamolo chiaramente.

Tutta un’altra storia in Valle Padana. Qui il freddo resiste, ma nel modo meno piacevole possibile: nebbie fitte, umidità alle stelle, gelate diffuse al mattino quando il cielo riesce a rasserenarsi. La coltre grigia diventa un tappo, una sorta di coperchio che intrappola aria fredda e inquinanti negli strati più bassi. E il risultato è un inverno che fa freddo ma sembra comunque “sbagliato”, con la neve relegata ai ricordi e una sensazione generale di stagnazione.

 

Smog alle stelle nelle grandi città

C’è poi un altro effetto tipico delle lunghe fasi anticicloniche: l’esplosione dell’inquinamento atmosferico. L’aria tende a ristagnare, i venti sono deboli o assenti, lo strato d’inversione termica funziona come un vero tappo. Le polveri sottili, gli ossidi, le sostanze inquinanti emesse dal traffico e dagli impianti di riscaldamento si accumulano giorno dopo giorno.

La qualità dell’aria peggiora sensibilmente, soprattutto nelle grandi città e nelle aree più urbanizzate della Pianura Padana e di molte conche interne. In certe giornate, guardando l’orizzonte, quello che si vede non è foschia naturale, ma una coltre di smog vera e propria, densa, quasi appoggiata sui tetti.

Paradossalmente, si potrà risparmiare qualcosa sul riscaldamento domestico grazie alle temperature più miti. Ma il bilancio complessivo resta ampiamente negativo: ghiacciai in sofferenza, neve che manca sulle Alpi, siccità che non arretra, aria pessima nelle città, salute messa alla prova dagli inquinanti. I lati positivi sono pochi, quelli negativi, purtroppo, davvero numerosi.

 

Crediti

L’analisi meteo è stata elaborata a partire dai principali modelli numerici internazionali, in particolare
ECMWF,
Global Forecast System del NOAA,
ICON,
AROME e
ARPEGE,
consultati e rielaborati dall’autore per la situazione meteorologica attuale e i relativi scenari previsionali.

 

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