
Brutto tempo, sì. Ma non come lo immaginiamo di solito.
Nei prossimi giorni non saranno piogge e temporali a creare problemi, bensì un lungo periodo di Alta Pressione invernale, quello che in gergo chiamiamo “maltempo anticiclonico”.
In inverno non è affatto raro avere fasi dominate dall’Anticiclone, anzi. È già successo spesso in passato e con una certa regolarità. Il punto è un altro: le temperature insolitamente elevate in quota e, soprattutto, la pessima qualità dell’aria nei bassi strati. Di questo, più che delle nuvole, bisogna preoccuparsi adesso.
Aria orribile: cosa stiamo respirando
Da alcuni giorni le concentrazioni di Smog e particolato sottile stanno salendo in modo evidente. Le Polveri Sottili, tanto temute per la loro capacità di penetrare a fondo nell’apparato respiratorio e di diffondersi facilmente nell’atmosfera, stanno raggiungendo livelli decisamente preoccupanti, con valori che in alcune aree vanno oltre le soglie di attenzione.
In testa, nemmeno a dirlo, la Valle Padana. Ma non solo: anche alcune conche e vallate del Centro Italia iniziano a mostrare segnali poco rassicuranti. L’aria si fa pesante, stagnante, quasi immobile. E lo si percepisce già uscendo di casa al mattino.
Per capire davvero cosa stia succedendo, non basta guardare alle sole fonti di inquinamento antropico – traffico, riscaldamenti domestici, attività industriali. Conta, e parecchio, il quadro meteo generale, che in queste giornate sta giocando un ruolo decisivo nel trattenere gli inquinanti nei bassi strati. Non è “colpa” dell’atmosfera, certo, ma questo tipo di pattern favorisce in modo impressionante il ristagno dello Smog.
Cosa sta accadendo nell’atmosfera
Da diversi giorni siamo sotto l’influenza di una vasta area anticiclonica che garantisce stabilità quasi assoluta. In presenza di un Anticiclone, la colonna d’aria tende a comprimersi verso il basso: la circolazione si indebolisce, i moti verticali si riducono, la capacità dell’atmosfera di rimescolare e disperdere le sostanze inquinanti si abbassa drasticamente.
Come se non bastasse, il vento è praticamente assente. E il vento, di norma, è il miglior alleato per “pulire” l’aria, perché favorisce il ricambio tra gli strati atmosferici e trascina via parte degli inquinanti.
Questa combinazione – Alta Pressione persistente e assenza di ventilazione – crea il terreno ideale per Nebbie dense e tenaci. In molte zone queste Nebbie si comportano come un tappo: intrappolano lo Smog vicino al suolo, comprimono gli inquinanti negli strati più bassi e rendono l’aria decisamente poco salubre. Insomma, una cappa grigia che non se ne vuole andare.
Le zone più colpite
Le aree più esposte sono, ancora una volta, le pianure del Nord Italia. Dalle distese del Piemonte alla Lombardia, dal Veneto all’Emilia Romagna, il quadro è piuttosto uniforme: foschie dense al mattino, Nebbie persistenti lungo i fiumi, visibilità ridotta per molte ore della giornata.
Già da sabato 6 dicembre molte zone stanno sperimentando fitte coltri nebbiose, in alcuni casi quasi permanenti tra notte e prime ore del giorno. E, purtroppo, i prossimi giorni non promettono miglioramenti significativi.
La criticità risulterà più evidente nelle prime ore del mattino e nelle fasce serali, quando la radiazione solare cala e l’umidità aumenta. È in queste fasi che le Nebbie si ispessiscono e, mentre riducono drasticamente la visibilità – con effetti immediati sulla sicurezza stradale – trattengono ancora di più le particelle inquinanti. Un doppio problema: aria malsana e spostamenti più rischiosi.
Non solo Nord: le città del Centro e del Sud
Il quadro peggiore resta quello della Val Padana, ma non si può escludere il coinvolgimento di altre aree urbane. Le grandi città del Nord, come Milano, Torino e Bologna, risultano tra le più esposte all’accumulo di Smog, ma qualche difficoltà si farà sentire anche più a sud.
Alcune realtà del Centro e del Sud Italia, come Firenze, Roma e Napoli, potrebbero registrare un peggioramento netto della qualità dell’aria. Non si raggiungeranno i livelli critici tipici della Pianura Padana, è vero, ma il ricambio d’aria sarà comunque scarso e le Polveri Sottili tenderanno ad aumentare anche in queste aree metropolitane. Diciamolo: un contesto poco amichevole per chi vive in città.
Quanto potrà durare questa situazione
La risposta non è confortante. Potrebbe durare parecchio.
Le ultime proiezioni indicano che questo scenario non sarà affatto passeggero: le condizioni di stabilità che stiamo vivendo potrebbero protrarsi per almeno una settimana, se non di più.
L’Alta Pressione resterà ben ancorata sull’area del Mediterraneo, bloccando o deviatando a nord i fronti perturbati atlantici che, con piogge e un po’ di vento, potrebbero ripulire l’aria e rimescolare l’atmosfera. Senza pioggia e senza ventilazione, il destino è segnato: gli inquinanti continueranno ad accumularsi, giorno dopo giorno.
In attesa di un vero cambio di pattern meteo – l’arrivo di una perturbazione organizzata, un rinforzo del vento, una diminuzione dell’Alta Pressione – la raccomandazione resta sempre la stessa: prestare attenzione alla qualità dell’aria, soprattutto per bambini, anziani e persone con problemi respiratori o cardiaci, e limitare quando possibile le emissioni superflue. Anche perché, in queste condizioni, tutto ciò che immettiamo in atmosfera tende a restare lì.
Crediti: analisi basata sui run rielaborati dei modelli ECMWF, Global Forecast System del NOAA, ICON, AROME, ARPEGE
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