Gelo dell’Est protagonista di Gennaio: le indicazioni più recenti

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Gelo dell’Est protagonista di Gennaio: le indicazioni più recenti

Dicembre non ha ancora detto tutto, e già le dinamiche atmosferiche in corso lasciano filtrare dettagli preziosi sull’evoluzione dell’Inverno. Cambia l’aria – letteralmente – nella seconda metà del mese, quando prima il Nord Atlantico e poi l’Artico dovrebbero rimettere ordine riportando un tipo di tempo più in linea con la stagione. Non si parla di previsioni scolpite nella pietra, sia chiaro, ma di un trend che si sta definendo giorno dopo giorno. E la ridotta persistenza dell’alta pressione, quest’anno, sembra quasi un regalo inatteso.

 

Lo sguardo si sposta su Gennaio

Procedendo verso Gennaio, la scena si allarga all’intero emisfero. E lì, qualcosa si muove. Le proiezioni modellistiche più autorevoli – da ECMWF alla NOAA – continuano a ripetere lo stesso concetto: Gennaio e Febbraio potrebbero innescare configurazioni ideali per l’arrivo del gelo russo-siberiano. Una prospettiva che fino a poche settimane fa pareva solo accennata, e che adesso prende forma con maggiore decisione.

Secondo queste proiezioni, gran parte dell’Europa orientale rischierebbe di trovarsi sotto temperature ben inferiori alle medie stagionali. E un raffreddamento così pronunciato, si sa, non resta confinato: può scivolare rapidamente verso il Mediterraneo centro-orientale. E quindi verso l’Italia, soprattutto lungo l’Adriatico e al Sud, dove gli afflussi orientali tendono a farsi sentire senza troppi complimenti.

 

Il ruolo chiave del Vortice Polare

Interessante, e un po’ controintuitivo, ciò che emergerebbe sul Nord Europa: qui gli stessi modelli suggeriscono temperature superiori alle medie, un segnale quasi inevitabile della presenza di robuste strutture anticicloniche bloccate a quelle latitudini. Il denominatore comune? Un Vortice Polare decisamente disturbato, strattonato da continue onde planetarie e incapace di mantenere la propria compattezza. E quando il Vortice Polare perde equilibrio, il freddo continentale trova spesso la strada per muoversi verso sud e sudovest.

È un punto che merita attenzione: quella distribuzione delle anomalie termiche non può che derivare da masse d’aria gelida continentale, modellate e spinte da una circolazione emisferica in piena riorganizzazione.

 

Nessuno parla di un mese interamente gelido

Conviene mettere un paletto, perché l’interpretazione non scivoli nell’eccesso. Non c’è affatto la certezza di un Gennaio costantemente gelido o nevoso. Basterebbe un unico episodio freddo, se abbastanza incisivo, per condizionare l’intero bilancio mensile. Capita spesso, del resto. L’importante è che quell’episodio non venga poi “cancellato” da lunghe fasi anticicloniche, un rischio che per ora pare limitato – ma che non si può mai archiviare del tutto.

Gennaio, ricordiamolo, è anche il mese delle secche: qualche giorno di bel tempo ci sta, fa parte della normalità stagionale. L’essenziale è che non diventi la regola.

 

Fonti internazionali:

 

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