
Da settimane domina lei. L’alta pressione subtropicale, solida, invadente, quasi arrogante, continua a occupare l’Italia e buona parte dell’Europa, respingendo l’inverno ben oltre i confini del Vecchio Continente. Dicembre, così, ha preso una piega decisamente anomala. Temperature miti, aria stagnante, cieli spesso velati. E in montagna? Poco o nulla. Niente neve, poco freddo, un’atmosfera più da marzo che da pieno inverno. Diciamolo.
Eppure qualcosa, lentamente, inizia a scricchiolare.
I primi segnali di cedimento dell’anticiclone
Non sarà una svolta improvvisa. Piuttosto un logoramento progressivo, quasi silenzioso. Nel corso della settimana entrante una perturbazione atlantica riuscirà finalmente a insinuarsi nel Mediterraneo, colpendo il cuore stesso dell’alta pressione subtropicale, la sua radice più robusta.
Le nubi torneranno ad aumentare già a inizio settimana, interessando il Nord-Ovest, il lato tirrenico e gran parte del Centro-Sud. Poi, passo dopo passo, spazio a piogge e rovesci sparsi. Nulla di estremo, ma sufficiente a cambiare il quadro.
Un cambiamento che, paradossalmente, sa di buona notizia.
Quando il maltempo diventa necessario
Perché sì, questo ritorno delle piogge – chiamiamolo pure maltempo, anche se il termine è relativo – servirà. Eccome. Da un lato favorirà un calo delle temperature in alta montagna, restituendo condizioni più consone alla stagione. Dall’altro permetterà un minimo ricambio d’aria nei bassi strati, dove gli inquinanti si sono accumulati senza sosta, soprattutto in Val Padana e nelle grandi aree urbane.
Aria ferma, smog, inversioni termiche. Uno schema già visto. E decisamente poco salutare.
Piogge più probabili tra il 16 e il 17 dicembre
Il passaggio perturbato più incisivo è atteso tra martedì 16 e mercoledì 17 dicembre, con rovesci localmente intensi e anche qualche temporale, specie sul versante tirrenico e sulle isole maggiori. Non un episodio isolato, però.
In effetti questa perturbazione potrebbe lasciare in eredità una sorta di lacuna barica sull’Italia, un vuoto di pressione capace di indebolire ulteriormente l’anticiclone. Una calamita, insomma, pronta ad attirare nuove perturbazioni dal Nord Atlantico. Una di queste potrebbe affacciarsi sul Mediterraneo proprio tra il 20 e il 21 dicembre, a ridosso del Solstizio d’Inverno.
Verso Natale: cosa aspettarsi davvero
Niente illusioni. Le configurazioni previste restano di stampo prettamente autunnale. Piogge ancora possibili soprattutto al Centro-Sud e sulle isole maggiori, con qualche nevicata limitata all’arco alpino, ma solo a quote medio-alte. La neve in pianura o a bassa quota, almeno fino a Natale, resta fuori dai giochi.
Più avanti – forse – potrebbero aprirsi spiragli per irruzioni fredde più serie, con un coinvolgimento diretto del Vortice Polare e indici come AO e NAO finalmente più favorevoli. Ma qui entriamo nel territorio delle tendenze a lungo termine. E lì, si sa, conviene andarci piano.
Per ora, accontentiamoci di un’alta pressione meno invadente. Già questo, dopo settimane di immobilità, non è poco.
Fonti e modelli di riferimento:
Analisi basate su dati e proiezioni dei principali centri internazionali come ECMWF e NOAA.
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