Un recente studio ha evidenziato il ruolo cruciale dei cicloni artici nel processo di scioglimento accelerato del ghiaccio marino, contribuendo alla drastica riduzione della sua estensione. Queste tempeste polari, attraverso un’azione combinata di venti intensi, onde e risalita di acqua più calda, stanno modificando radicalmente il fragile equilibrio dell’Oceano Artico.
Secondo la ricerca pubblicata su Nature Communications Earth & Environment, guidata da Steven Cavallo dell’Università dell’Oklahoma, i modelli climatici hanno spesso sottostimato la rapidità della perdita di ghiaccio nell’Artico. Il nuovo studio potrebbe migliorare le previsioni meteorologiche e climatiche, fornendo strumenti più precisi per comprendere le dinamiche di questa regione chiave per il clima globale.
L’impatto dei cicloni artici sulla perdita di ghiaccio
Dal 1979, l’estensione della banchisa artica si è ridotta di circa il 40% nei mesi estivi, un ritmo di declino che i modelli climatici non erano riusciti a prevedere con precisione. La ricerca ha analizzato i cosiddetti VRILE (Very Rapid Ice Loss Events), ovvero episodi di fusione rapida del ghiaccio marino che si verificano in periodi di 5-18 giorni.
Secondo Cavallo, i cicloni artici giocano un ruolo fondamentale in questi eventi di scioglimento improvviso, ma la loro natura complessa rende difficile prevederli con precisione e integrarli nei modelli climatici globali.
Due meccanismi chiave dietro la fusione del ghiaccio
Lo studio ha individuato due processi principali attraverso i quali i cicloni artici accelerano la perdita del ghiaccio marino:
1. Venti forti e frammentazione del ghiaccio
I venti intensi generati dai cicloni possono creare onde potenti, che, colpendo le lastre di ghiaccio più sottili, ne causano la frammentazione. Questo processo aumenta la superficie esposta al riscaldamento dell’oceano, favorendo uno scioglimento più rapido.
“Se il vento è sufficientemente forte e il ghiaccio è sottile, il ciclone può generare onde che rompono il ghiaccio in pezzi più piccoli, accelerandone la fusione in tempi brevissimi”, spiega Cavallo.
2. Risalita di acqua calda dagli strati profondi
Un altro meccanismo cruciale è la risalita di acqua calda dagli strati profondi dell’oceano. Quando un ciclone artico si sviluppa, le sue correnti ascendenti mescolano l’acqua fredda superficiale con quella più calda sottostante, aumentando la temperatura marina e accelerando lo scioglimento del ghiaccio giovane e sottile.
Cicloni artici e vortici polari: un legame stretto
La ricerca ha inoltre evidenziato un collegamento tra i cicloni artici e i vortici polari della tropopausa, ovvero le circolazioni atmosferiche che si sviluppano nella parte superiore della troposfera sopra le regioni polari.
Questi vortici polari possono esistere per mesi prima della formazione di un ciclone artico, mentre i cicloni stessi vengono generalmente previsti solo con pochi giorni di anticipo. Se si riuscisse a integrare questa conoscenza nei modelli previsionali, si potrebbero ottenere previsioni molto più accurate per l’Artico e per le regioni circostanti, come Alaska, Canada settentrionale e Groenlandia.
“Ora che sappiamo che questi processi sono in gioco, il vero problema è capire come integrarli nei modelli climatici per migliorare le previsioni”, afferma Cavallo.
Implicazioni globali e futuro del ghiaccio artico
Secondo gli esperti, il ritiro del ghiaccio marino artico avrà effetti significativi sul clima dell’intero emisfero settentrionale, con possibili ripercussioni anche sugli eventi meteorologici estremi a medie latitudini.
L’accelerazione dello scioglimento dell’Artico sta inoltre aprendo nuove rotte commerciali e modificando le condizioni di navigazione, rendendo sempre più importante lo sviluppo di modelli previsionali affidabili.
“L’intera comunità scientifica sta cercando di determinare quando l’Artico sarà completamente privo di ghiaccio, ma è certo che questa trasformazione avrà impatti profondi sul clima globale”, conclude Cavallo.
Meteo Artico: il futuro si gioca sui modelli climatici
Se gli scienziati riusciranno a integrare questi nuovi dati nei modelli meteorologici e climatici, si potrà migliorare la previsione dei cicloni artici e delle loro conseguenze sul ghiaccio marino. Tuttavia, resta una sfida complessa, poiché l’Artico rimane una delle regioni più difficili da monitorare con precisione.
La ricerca continua, ma una cosa è chiara: il declino del ghiaccio marino non si sta fermando e, anzi, potrebbe accelerare più del previsto, con conseguenze che andranno ben oltre i confini polari.
L’articolo Meteo Artico: i cicloni polari accelerano la fusione del ghiaccio marino proviene da DIRETTA METEO.