
Dicembre, quello vero, è già ben avviato. Eppure basta affacciarsi alla finestra per avere una sensazione straniante, quasi fuori stagione. Più che cappotti e sciarpe, sembrano bastare giacche leggere. Colpa – o merito, dipende dai punti di vista – di un anticiclone solido e ingombrante che da giorni si è preso il Mediterraneo e buona parte dell’Europa, imponendo stabilità e un’atmosfera insolitamente tranquilla.
Piogge assenti, cieli spesso sereni o appena velati e temperature che, diciamolo, fanno fatica a sembrare invernali. Anche il prossimo fine settimana non farà eccezione. Andrà così: giornate miti, aria piacevole nelle ore centrali e solo qualche inversione termica notturna sulle pianure. Nulla di più. Una situazione gradevole, certo, ma decisamente fuori contesto per il calendario.
Dove fa più caldo e perché la montagna sorprende
A spingere maggiormente sui valori termici saranno il Sud e le Isole Maggiori. Qui si toccheranno facilmente punte di 18°C, localmente persino 20°C. Numeri che ricordano marzo, se non aprile. Dicembre, invece, resta sullo sfondo.
Ancora più curioso ciò che accade in montagna. Sulle Alpi il freddo autentico si fa trovare solo alle quote più elevate, spesso oltre i 3000 metri. Più in basso domina un clima mite, quasi anonimo, con neve scarsa o del tutto assente. I versanti restano spogli, i paesaggi faticano a cambiare volto. Insomma, l’immaginario invernale – gelo, bufere, cieli plumbei – per ora resta altrove.
Uno spiraglio di cambiamento, ma senza scosse
Qualcosa potrebbe muoversi tra martedì e mercoledì. Nulla di clamoroso. L’anticiclone, secondo le ultime analisi, potrebbe concedere una breve tregua lasciando filtrare una perturbazione. Piogge sparse, maggiore variabilità e un lieve calo delle temperature. Un passaggio rapido, quasi timido.
Subito dopo, infatti, l’alta pressione sembra pronta a riprendere spazio. La vera svolta invernale – quella con aria fredda, dinamiche più vivaci e scenari finalmente coerenti con dicembre – resta rinviata. Forse subito dopo Natale. Forse. Serviranno conferme più robuste dai modelli, ECMWF in testa, e uno sguardo attento anche agli indici come AO e NAO. Per ora, l’inverno osserva da lontano.
Fonti e crediti:
Analisi e proiezioni basate sui dati del
Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF) e della
National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
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