Maggio tradito? Il mese della fioritura potrebbe virare verso scenari invernali
Nel nostro immaginario, il mese di Maggio è sinonimo di primavera piena: giornate più lunghe, temperature miti, campi fioriti e il profumo d’estate nell’aria. Ma Maggio 2025, secondo le attuali proiezioni meteorologiche, potrebbe prendere una piega tutt’altro che classica. Gli ultimi aggiornamenti parlano infatti di un’anomalia climatica in grado di stravolgere il volto della stagione, con il rischio concreto di un mese insolitamente freddo e instabile.
Blocchi atmosferici e flussi retrogradi: il perché di un maggio anomalo
Alla base di questa possibile anomalia ci sarebbero configurazioni bariche su larga scala che, se confermate, daranno origine a una circolazione atmosferica atipica per il periodo. In particolare, si intravedono espansioni anticicloniche verso nord sull’Atlantico settentrionale e sulla Scandinavia, capaci di bloccare il flusso zonale e di facilitare lo scivolamento di masse d’aria fredde dal Nord Europa verso il Mediterraneo centrale.
In questo contesto, l’Italia potrebbe diventare bersaglio di scambi meridiani retrogradi, ovvero flussi d’aria fredda in discesa da est verso ovest, incuneati tra due alte pressioni bloccanti. Questo pattern potrebbe alimentare instabilità diffusa e temperature inferiori alla norma climatica, più accentuate su Centro-Nord e lungo l’Appennino.
Getto polare spezzato e sacche fredde in agguato sull’Italia
Un ruolo determinante potrebbe giocarlo anche il getto polare, che secondo molte simulazioni si presenterà ondulato, frammentato e debole, agevolando l’intrusione di vortici freddi anche su latitudini come quella italiana. Gli effetti potrebbero tradursi in affondi artici o nordatlantici, in grado di portare precipitazioni frequenti, temporali pomeridiani e temperature sotto la media.
In media, lo scarto termico previsto potrebbe aggirarsi intorno ai 2-3°C in meno rispetto al trentennio 1991-2020, con giornate grigie e piovose che rischiano di compromettere la vivibilità della stagione primaverile.
Maltempo e agricoltura: un maggio instabile minaccia le coltivazioni stagionali
Se la tendenza fosse confermata, a farne le spese non sarebbero soltanto gli amanti delle gite all’aria aperta, ma anche il settore agricolo. Le colture di stagione, come fragole, ciliegie, ortaggi primaverili e le prime spighe di grano, potrebbero essere penalizzate da un’eccessiva umidità e da temperature troppo basse per la crescita regolare.
Il rischio di ritardi nei raccolti, marciumi o malattie fungine è concreto, con potenziali conseguenze economiche rilevanti, specie per le zone rurali dell’Emilia-Romagna, della Puglia, del Lazio e delle aree interne del Centro-Sud.
Neve fuori stagione? Montagna a rischio imbiancate tardive
Un’altra conseguenza di questi afflussi freddi potrebbe essere rappresentata da nevicate anomale alle quote medio-alte, specie in presenza di gocce fredde in quota. Le Alpi e l’Appennino settentrionale potrebbero fare i conti con nuovi episodi di neve tardiva, che allungherebbero la presenza del manto nevoso oltre le aspettative, con ritardi nell’apertura dei passi montani e difficoltà logistiche per il turismo primaverile.
Impatto sociale e psicologico: un maggio cupo che pesa sull’umore
Non è da trascurare nemmeno l’aspetto psicologico e sociale di un maggio freddo e perturbato. Dopo un inverno prolungato e un aprile già segnato da frequenti ritorni di freddo, molti italiani si aspettano giornate di sole, clima mite e vita all’aperto. Un mese ancora instabile e grigio potrebbe influenzare negativamente l’umore, limitare eventi all’aperto, ridurre le uscite turistiche e affossare la voglia di primavera.
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