L’Italia si prepara ad affrontare un febbraio 2025 dal carattere rigidamente invernale, con un’improvvisa svolta meteo che potrebbe riportare gelo e neve fino a bassa quota. Dopo un avvio di stagione caratterizzato da stabilità atmosferica, le ultime proiezioni meteorologiche indicano l’arrivo di dinamiche fredde in grado di stravolgere il clima su tutta la Penisola. L’aria gelida artica potrebbe coinvolgere anche le grandi città, con possibili nevicate a Milano, Torino e Bologna, oltre che su diverse regioni del Centro-Sud.
Il vortice polare e il rischio stratwarming: cosa potrebbe accadere
L’attenzione degli esperti è rivolta all’evoluzione del vortice polare stratosferico, che sta mostrando segnali di un possibile riscaldamento anomalo in alta quota, noto come stratwarming. Questo fenomeno, atteso attorno alla metà di febbraio, potrebbe modificare radicalmente la circolazione atmosferica, aprendo la strada a un’irruzione di aria artica diretta verso l’Europa meridionale, con effetti diretti anche sull’Italia.
Quando si verifica uno stratwarming, il vortice polare può frammentarsi, portando a una discesa di masse d’aria gelida verso latitudini più basse. In base alla traiettoria assunta dalle correnti fredde, il nostro Paese potrebbe essere coinvolto da nevicate fino a quote pianeggianti, accompagnate da un drastico crollo delle temperature.
Dove e quando arriverà la neve? Le due ipotesi principali
Le attuali proiezioni modellistiche delineano due possibili scenari invernali, entrambi capaci di portare neve e gelo su molte regioni italiane.
Prima ipotesi: ondata di freddo dai Balcani tra l’8 e il 9 febbraio
Un flusso di aria gelida di origine russa potrebbe attraversare i Balcani, raggiungendo rapidamente il Nord Italia e provocando un drastico calo delle temperature. In questo scenario, la neve potrebbe scendere fino in Pianura Padana, con accumuli possibili su Torino, Milano e Bologna.
Anche l’Appennino centrale potrebbe vedere precipitazioni nevose significative, con fiocchi fino a bassa quota in Toscana, Umbria e Marche. Il calo termico sarebbe particolarmente sensibile nelle ore notturne, con minime ampiamente sottozero e diffuse gelate su molte città del Centro-Nord.
Seconda ipotesi: irruzione gelida dalla Scandinavia tra il 12 e il 13 febbraio
Se la massa d’aria fredda dovesse arrivare dalla Scandinavia, l’ondata di gelo sarebbe ancora più intensa e coinvolgerebbe un’area più ampia, spingendosi anche al Centro-Sud. In questo caso, le temperature crollerebbero ulteriormente, con la possibilità di nevicate fino in pianura su Lazio, Abruzzo e Campania.
Anche Roma potrebbe essere coinvolta, con fiocchi di neve possibili nelle zone più alte della città e sui Castelli Romani. Questa ipotesi, al momento meno probabile, resta comunque da monitorare, poiché potrebbe portare a un evento invernale di portata eccezionale.
Tra il 10 e il 15 febbraio: ciclone mediterraneo e neve a bassa quota
Un altro elemento critico potrebbe derivare dall’incontro tra le correnti gelide e le perturbazioni atlantiche. Se tra il 10 e il 15 febbraio si formasse un’area di bassa pressione sul Mediterraneo, si potrebbero verificare condizioni di maltempo intenso, con nevicate abbondanti fino a 200-300 metri al Nord e precipitazioni persistenti sulle regioni tirreniche.
Le temperature previste a 850 hPa (circa 1500 metri di altitudine) oscilleranno tra -5°C e -10°C, valori compatibili con nevicate diffuse anche in collina e, in caso di una configurazione particolarmente fredda, persino in pianura.
Tra le città più a rischio di vedere nevicate significative troviamo: Milano, con la possibilità di accumuli importanti; Bologna, dove la neve potrebbe depositarsi anche in centro; Torino, con la possibilità di un evento nevoso duraturo; Roma, dove la neve potrebbe comparire nei quartieri dell’estrema periferia urbana e nei Castelli Romani.
Terza decade di febbraio: il gelo continuerà o tornerà il clima mite?
Dopo il picco invernale atteso tra il 5 e il 15 febbraio, resta incerta l’evoluzione dell’ultima parte del mese. Alcuni modelli previsionali suggeriscono un possibile rialzo termico, con il ritorno di temperature più miti e un graduale addolcimento delle condizioni atmosferiche.
Tuttavia, se gli effetti dello stratwarming dovessero concretizzarsi completamente, l’Italia potrebbe restare sotto l’influenza di un freddo intenso e condizioni instabili fino alla fine del mese. Il rischio di nuove ondate artiche non è ancora del tutto escluso, rendendo il quadro meteorologico altamente variabile e imprevedibile.
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